
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Natale è alle porte (eppure sembrava ieri che si vedevano in giro zucche, pipistrelli, vampiri, fantasmi e ragnatele) e oggi, scrollando sui social sono incappata in un consiglio che mi sento di condividere con voi. Se nel vostro entourage ci sono bambine e bambini, ricordatevi in questi giorni di comprare batterie. Tante batterie, di qualsiasi formato. Perché i giochi che riceveranno ne avranno bisogno, e le pile non sono sempre incluse. Eviterete così qualche crisi e passerete un Natale (un po') più calmo.
Se dovete ancora fare gli ultimi acquisti, non vi invidio e vi auguro buona fortuna. Se invece avete già fatto tutto, avrete sicuramente il tempo per leggere le nostre notizie del giorno. Buona lettura!

La Svizzera e il Regno Unito hanno firmato un accordo concernente il mutuo riconoscimento nel settore dei servizi finanziari, che prende il nome di “Berne Financial Services Agreement”. L’intesa, unica al mondo per approccio e campo d’applicazione e giunta al termine di un processo negoziale durato più di due anni, rafforza la competitività e promuove una stretta collaborazione tra due importanti piazze finanziarie internazionali.
In un contesto particolarmente complesso, il “Berne Financial Services Agreement” lancia un forte segnale a favore di mercati finanziari aperti e resilienti, dimostrando la capacità di azione internazionale della Svizzera, si legge nel comunicato diffuso oggi dal Consiglio federale.
Nel documento da loro sottoscritto, Berna e Londra hanno riconosciuto l’equivalenza reciproca dei rispettivi regimi giuridici e prudenziali in specifiche aree del settore finanziario (banche, servizi d’investimento, assicurazioni, gestione patrimoniale e delle infrastrutture del mercato finanziario per i clienti professionali). In questo modo per entrambe le parti l’accesso ai rispettivi mercati viene agevolato. Inoltre, viene rafforzata la cooperazione sul piano della regolamentazione e della vigilanza, garantendo così la stabilità e l’integrità come pure la protezione dei clienti.
La consigliera federale Karin Keller-Sutter (direttrice del Dipartimento federale delle finanze) ha detto che l’accordo contribuisce a preservare e rafforzare a lungo termine la competitività internazionale della piazza finanziaria elvetica. Il Consiglio federale elaborerà ora un messaggio che sottoporrà al Parlamento poiché, per poter entrare in vigore, l’accordo deve essere approvato dai Parlamenti di entrambi gli Stati.
- Il comunicato Collegamento esternodel Consiglio federale.
- Il comunicato Collegamento esternodel Governo britannico.
- La notizia riportata dal portale tio.chCollegamento esterno.

Per dare slancio alla transizione energetica, le procedure di pianificazione e autorizzazione per la realizzazione di impianti idroelettrici, solari ed eolici di importanza nazionale devono essere rese più celeri: è quanto prevedono diverse modifiche di legge adottate oggi dal Consiglio nazionale (la Camera bassa del Parlamento elvetico) per 137 voti a 56 e 3 astenuti.
Oggi le procedure per l’ottenimento di un’autorizzazione possono essere molto lunghe (a volte l’attesa è di 20 anni) e tutti i gruppi parlamentari, ad eccezione dell’UDC, sono del parere che queste debbano essere snellite e le possibilità di presentare ricorsi limitate, almeno per gli impianti di interesse nazionale.
Concretamente, in futuro i Cantoni potrebbero far capo alla procedura di approvazione accelerata. Avranno 180 giorni di tempo per prendere una decisione una volta presentato un progetto. In caso di ricorso, i tribunali avranno 180 giorni per prendere una decisione. Diritto di ricorso che viene limitato: non potranno più farlo organizzazioni locali e cantonali, ma solo quelle attive a livello nazionale, come il WWF, Pro Natura e la Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio, nonché i Cantoni e i Comuni in cui si trovano i siti scelti per la realizzazione di impianti destinati alla produzione di energia pulita.
Sono per contro stati respinti i tentativi dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) e del Partito liberale radicale (PLR, destra) di reintrodurre la possibilità di realizzare nuove centrali nucleari.
- La notizia d’agenzia riportata da RSI InfoCollegamento esterno.
- Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “Come l’IA può aiutare la Svizzera a convertirsi alle energie rinnovabili”.
- “No” vallesano ai parchi solari alpini: cosa significa per la Svizzera?: un articolo del mio collega Simon Bradley.
- È in Svizzera il primo parco solare galleggiante in ambiente alpino del mondoCollegamento esterno.

Il preventivo 2024 della Confederazione è stato definitivamente adottato oggi, giovedì, dopo che sono state eliminare le ultime divergenze che riguardavano essenzialmente politica regionale, esercito e UNRWA (l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente).
Varie sedute sono state necessarie per arrivare a un accordo. Nel corso di queste le due Camere si sono trovate in disaccordo sui fondi da versare a questo organo dell’ONU: il Nazionale voleva tagliare del tutto il contributo, ritenendo che l’agenzia sia troppo anti-israeliana, mentre gli Stati volevano inizialmente continuare a versare 20 milioni di franchi all’anno. Alla fine le due Camere si sono accordate per ridurlo a 10 milioni, ma il preventivo non dice esplicitamente che il taglio va a danno dell’UNRWA, ma più genericamente alle iniziative umanitarie.
Il versamento a questa agenzia viene subordinato a una condizione: le competenti commissioni dovranno essere informate sull’impiego dei soldi, che dovranno esclusivamente andare a beneficio della società civile. I fondi saranno inoltre liberati a rate.
Per quanto riguarda la politica regionale, è stata accolta la proposta della Conferenza di conciliazione in merito al preventivo 2024 della Confederazione e a questo fondo sono stati destinati 12,5 milioni di franchi. Come d’altronde è stata accolta anche la proposta di spalmare sul lungo periodo l’aumento delle spese per l’Esercito.
- La notizia d’agenzia sul Preventivo 2024 riportata dal portale online de laRegioneCollegamento esterno.
- Come funziona la cooperazione tra Confederazione e UNRWA, le spiegazioni di BernaCollegamento esterno.
- Intervista della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI al segretario generale dell’UNRWA Philippe Lazzarini.

Nella legislazione svizzera è in arrivo il nuovo reato di cyberbullismo: nonostante lo scetticismo del Governo, il Consiglio degli Stati ha dato seguito a un’iniziativa parlamentare della socialista argoviese Gabriela Suter che vuole introdurlo nel Codice penale.
Con il termine cyberbullismo (o “cybermobbing”) si intendono molestie, diffamazioni e offese di altre persone attraverso i media digitali commesse in modo sistematico. Il “senatore” socialista zurighese Daniel Jositsch ha dichiarato come la problematica assuma sempre più importanza e le protezioni legali attualmente a disposizione non siano sufficienti per tutelare concretamente le vittime.
Le conseguenze sono enormi e possono portare anche al suicidio. Bambini e giovani sono sottoposti a una forte pressione, ma il livello di sicurezza non è abbastanza elevato, ha aggiunto la friburghese rappresentante del Centro Isabelle Chassot.
PLR, UDC e alcuni esponenti dell’Alleanza del Centro si sono opposti invano al testo. Il vallesano Beat Rieder (Centro) ha sottolineato che la questione è già stata affrontata nei dibattiti sulla revisione del diritto penale in materia sessuale e la proposta del Consiglio nazionale di aggiungere un articolo sul cyberbullismo è già stata respinta. Anche il Governo era contrario a dar seguito all’iniziativa parlamentare: in un rapporto pubblicato in ottobre, il Consiglio federale ha ritenuto che il diritto penale offra già una protezione sufficiente alle vittime di molestie, sia che esse avvengano su Internet o nel mondo reale.
- La notizia riportata dal portale tio.chCollegamento esterno.
- Dagli archivi di tvsvizzera.it: “Insultati via internet”.
- La pagina di Prevenzione svizzera della criminalità dedicata a cyberbullismo e cybermobbingCollegamento esterno.

In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative