Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
con l'inizio di questo nuovo anno, mi rimetto anche io alla tastiera dopo qualche mese di congedo dovuto alla nascita della mia bimba. Spero di ritrovarvi in forma al rientro dalle vacanze natalizie e mi auguro vivamente che i dati pubblicati oggi dall'UPI (Ufficio prevenzione infortuni) non vi riguardino.
Sembrerebbe infatti che, per molte svizzere e molti svizzeri, il tempo libero risulti alquanto pericoloso: dai dati raccolti risulta infatti che ben 40'000 persone all'anno si facciano male durante passeggiate, sport o alla guida di veicoli.
Nonostante siano nettamente inferiori rispetto a quelli che si verificano sul luogo di lavoro, gli infortuni nel tempo libero sono aumentati di un terzo negli ultimi trent'anni, grazie anche al fatto che le persone dedicano sempre più tempo alle proprie passioni.
Dopo questa curiosità, vi lascio alle altre notizie odierne!
Secondo calcoli preliminari, la Banca nazionale svizzera (BNS) ha registrato nel 2023 una perdita di 3 miliardi di franchi.
Ciò significa ancora una volta (proprio come l’anno scorso), le casse di Confederazione e Cantoni non riceveranno nulla dall’istituto centrale. Stando a una nota della BNS, a pesare sul risultato è in particolare una perdita di 8,5 miliardi delle posizioni in franchi. L’utile su quelle in valuta estera è invece ammontato a circa 4 miliardi, mentre sulle disponibilità in oro è risultata una plusvalenza di 1,7 miliardi.
L’importo attribuito agli accantonamenti per le riserve monetarie ammonterà a 10,5 miliardi di franchi, prosegue la BNS. Tenuto conto della riserva per future ripartizioni negativa, pari a -39,5 miliardi, risulta una perdita di bilancio di circa 53 miliardi di franchi.
A fine 2023 il capitale proprio della BNS era di circa 63 miliardi di franchi, a fronte di un totale di bilancio di poco inferiore a 800 miliardi, viene precisato. Il rapporto dettagliato sul risultato di esercizio con i dati definitivi sarà pubblicato il 4 marzo e quello di gestione il 19 marzo.
- Il servizio di RSI NewsCollegamento esterno.
- Cosa ci aspetta nel 2024? Le prospettive per l’economia svizzera in un approfondimento di SWI swissinfo.ch.
- L’analisi della situazione verificatasi lo scorso anno.
In barba alla notizia che leggerete appena sotto, la Posta svizzera ha annunciato di voler ridurre del 10% i costi– Entro il 2025 dovranno essere risparmiati 42 milioni di franchi.
Una buona parte di queste economie sarà ottenuta ad esempio riducendo i costi nel settore informatico. E, come spesso accade, è purtroppo previsto anche il taglio di 110 posti di lavoro a tempo pieno.
Questi tagli saranno realizzati, per quanto possibile, attraverso fluttuazioni naturali, pensionamenti anticipati o la riduzione del grado di occupazione, ha annunciato oggi in una nota l’ex regia federale, altrimenti nota come “il Gigante giallo”.
Nell’ambito delle misure di risparmio previste, tuttavia, potrebbero ancora verificarsi ulteriori licenziamenti a spese di un massimo di 114 dipendenti.
- La notizia di agenzia su SWI swissinfo.ch.
- Lo scorso ottobre, la Posta aveva annunciato la soppressione di Direct Mail Company, con importanti conseguenze.
- Intanto, i vecchi autobus autopostali e le cassette delle lettere gialle “circolano” un po’ in tutto il mondo.
Il 2023 è stato “eccellente” sul fronte del mercato del lavoro: parola di Boris Zürcher, direttore della divisione del lavoro presso la Segreteria di Stato dell’economia (Seco).
Dopo la pandemia, l’occupazione è tornata ad aumentare notevolmente, ha affermato il 60enne commentando i dati diffusi oggi dai suoi funzionari, che fanno stato di una disoccupazione media nell’anno appena trascorso del 2%, il valore più basso dal 2001. Per il 2024 la Seco prevede che il tasso rimarrà a un livello basso, pari al 2,3%.
La situazione rimane comunque incerta: il franco forte e le crescenti preoccupazioni economiche globali stanno causando problemi soprattutto all’industria. Queste aziende cercano sempre più di superare i cali della domanda con il lavoro ridotto, senza cioè dover licenziare il personale. “Di recente un numero maggiore di imprese ha chiesto l’autorizzazione di tornare alla disoccupazione parziale”.
Il rovescio della medaglia della buona situazione del mercato del lavoro è la continua carenza di manodopera qualificata. Il problema è destinato a peggiorare: nei prossimi anni andranno in pensione molte più persone di quante ne entreranno sul mercato del lavoro e il picco di questa tendenza non sarà raggiunto prima del 2030 circa. Per contrastare il fenomeno, Zürcher propone di mantenere più a lungo al lavoro i dipendenti più anziani e favorire l’equilibrio tra impiego e vita privata, soprattutto per le donne.
- Ne parla Blue NewsCollegamento esterno.
- Il dossier di SWI swissinfo.ch sulla manodopera straniera in Svizzera.
- Di quali lavoratori e lavoratrici ha bisogno la Svizzera? Ne abbiamo parlato qui.
Nino Rizzo è psicoterapeuta e psicoanalista a Ginevra, ha 73 anni e da più di 50 vive in Svizzera. Nasce però in Sicilia, in un’ambiente mafioso dal quale è riuscito a separarsi e ora lo racconta in un libro.
“A casa di Cosa nostra – Psicoanalisi degli uomini e delle donne di mafia” (Ed. La Bussola) racconta il suo percorso da figlio della mafia (e non solo figlio di mafiosi, come specifica nell’intervista a TVS tvsvizzera.it). “Perché indipendentemente del cammino che facciamo poi, noi figli di mafiosi, siamo impregnati da quella mentalità”.
“Continuo ad avere molto affetto per mio padre e per tanti altri adulti come lui accanto ai quali vissi la mia infanzia e la mia adolescenza, ma a un certo momento mi sono reso conto che una parte di questa linfa era tossica. E ho dovuto apprendere piano piano a costruire all’interno di me questi ‘antitossici’ per separare una parte di questa linfa e lasciarmi nutrire dal resto”.
La storia della famiglia che Rizzo racconta nel volume autobiografico è densa e delicata tant’è che, per pubblicarla, lo psicoterapeuta ginevrino ha preferito aspettare che tutte le persone a lui legate e con legami con Cosa nostra, non fossero più in vita.
- L’intervista di Madeleine Rossi su TVS tvsvizzera.it.
- Un approfondimento sulla presenza di mafie in Svizzera e uno sul perché qui si sentono relativamente al sicuro.
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