Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
il farmaco più caro al mondo sarà omologato in Svizzera. Si tratta di Hemgenix, che permette di curare con una sola iniezione le persone affette da emofilia. Un'iniezione che però costa 3,5 milioni di dollari (prezzo negli USA; non è ancora noto quanto costerà in Svizzera). La malattia è molto rara nella Confederazione (uno o due bambini all'anno nascono con questa patologia).
Se si considera che il margine di guadagno su diversi farmaci è di circa il 75%, la domanda se 3,5 milioni di dollari sia un prezzo giusto, sorge spontanea. Domanda che rimarrà senza risposta poiché al momento attuale non è dato sapere a quanto ammontino i costi di produzione di Hemgenix.
Vi lascio ora alla lettura delle notizie del giorno.
Nel corso dell’incontro che il “ministro” degli Esteri svizzero Ignazio Cassis ha avuto con il suo omologo russo Sergei Lavrov durante il dibattito del Consiglio di sicurezza dell’ONU sulla situazione in Medio Oriente, quest’ultimo ha bocciato la proposta della Svizzera di fare da mediatrice nel corso della conferenza sulla pace in Ucraina che si dovrebbe tenere a Ginevra ancora nel corso di quest’anno.
La ragione che ha spinto Mosca a rifiutare tale proposta è il fatto che la Svizzera, che ha fatto da mediatrice in passato per diversi conflitti, ha perso la sua neutralità. La strategia politica estera 2024-2027 presentata a fine settembre dal Consiglio federale, ha detto Lavrov all’agenzia di stampa russa Ria Novosti, “prevede che la Confederazione sia pronta a costruire la sicurezza europea non assieme alla Russia, ma contro di essa”.
Sin dall’inizio del conflitto Mosca accusa Berna di aver abbandonato la sua neutralità, avendo adottato le sanzioni contro la Russia introdotte dall’Unione europea. Stando a dati raccolti da Mosca, nella Confederazione sarebbero attualmente congelati asset russi per un totale di 7,6 miliardi di franchi. Una cifra che differisce leggermente da quella resa nota dalla Svizzera: nel mese di maggio Berna ha parlato di 7,4 miliardi.
Miliardi che hanno, di fatto, “compromesso” la neutralità elvetica, hanno dichiarato diversi alti rappresentanti russi. Lo ha detto negli scorsi mesi anche Guennadi Gatilov, rappresentante permanente della Federazione russa presso l’ONU a Ginevra: “Berna ha rinunciato al suo statuto di Paese neutrale per schierarsi con Kiev e con i membri della NATO“.
- La notizia riportata da Blick (in francese)Collegamento esterno e da tvsvizzera.it.
- Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “Quanto è neutrale davvero la Svizzera?”
- Una brochure creata dal DFAE e dal DDPSCollegamento esterno che spiega la neutralità elvetica.
Il Salone dell’auto di Ginevra, annullato per quattro anni di seguito a causa della pandemia di Covid-19, ma anche del sempre più scarso interesse delle marche automobilistiche per questo tipo di eventi, torna nell’anno del suo centenario in versione XS.
In una dichiarazione rilasciata all’agenzia AWP, Alexandre de Senarclens, il presidente del Salone, ha detto che non si tratta di “un’edizione di prova”. Il direttore dell’evento, Sandro Mesquita, ha fatto sapere che “più di venti espositori saranno presenti a Ginevra, dove saranno una quindicina le novità mondiali e regionali mostrate”. Nell’ultima edizione prima della “pausa” gli espositori erano 180.
Va notato che, ad eccezione di Renault e della sua filiale low-cost Dacia, i principali nomi del settore automobilistico saranno assenti. “Alcuni marchi hanno deciso di non partecipare perché non avevano nuovi prodotti da presentare, mentre altri lo hanno fatto per motivi strategici o finanziari”, ha spiegato Mesquita.
Oltre al numero di espositori, è ridotta anche la durata dell’evento che sarà di sette giorni invece dei tradizionali 11. Questo è stato fatto su richiesta delle case automobilistiche, principalmente per motivi di costo. Gli organizzatori sperano di accogliere 200’000 visitatori e visitatrici (erano 600’000 nel 2019).
- La notizia riportata da tvsvizzera.it.
- Il sito del Geneva International Motor ShowCollegamento esterno.
- Dagli archivi di RSI Info: “Ginevra, il salone dell’auto “risorge” in Qatar”Collegamento esterno.
A partire dal 1. febbraio l’Italia abbasserà la soglia per il rimborso dell’IVA a 70 euro per gli acquisti effettuati da turiste e turisti, contro la precedente soglia minima di 155. I commercianti del canton Ticino, confinante con l’Italia, sono preoccupati, ma l’Italia rassicura: “Il target di questa modifica sono i turisti cinesi”.
“Il turista svizzero, su un volume di 100, per noi varrà il 5-6% su quello che è il tax free shopping in Italia”, ha spiegato ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI, l’amministratore delegato di Global Blue Italia Stefano Rizzi.
La decisione italiana, spiega Rizzi, è stata presa per adeguarsi alle scelte fatte negli ultimi anni da diversi Paesi dell’UE per attrarre sempre di più il turismo internazionale.
Non solo cinesi, però: un contributo all’indotto italiano arriverà anche alla clientela ticinese. Fatto che preoccupa i commercianti del cantone: “Chiaramente su questo fronte non abbiamo mai tregua”, commenta la presidente di Federcommercio Lorenza Sommaruga. “Rilevo solo che il Parlamento italiano ha accettato la modifica e l’ha messa in atto. Le autorità federali, invece, hanno messo in consultazione fino a fine marzo un progetto per dimezzare il limite di esenzione” dell’IVA svizzera sulle merci in entrata che dovrebbe passare dagli attuali 300 franchi a 150. “Noi siamo in ritardo, loro (gli italiani, ndr), invece, ci hanno anticipato”.
- La notizia riportata da RSI InfoCollegamento esterno.
- Dagli archivi di tvsvizzera.it: “Rimborsi IVA, c’è chi vorrebbe una zona di confine Tax Free”.
- Dagli archivi del portale online del Corriere del Ticino: “Spesa esentasse ancora più bassa in Italia? Una bella occasione per noi ticinesi”Collegamento esterno.
L’Esecutivo della Città di Friborgo ha deciso di introdurre il congedo mestruale per tutte le impiegate della Città. La proposta è stata accolta con 49 voti favorevoli, 13 contrari e 13 astensioni.
Le impiegate che ne avranno bisogno avranno diritto a un congedo di tre giorni al massimo senza dover presentare un certificato medico. Durante i dibattiti che hanno preceduto il voto, è stato riconosciuto che la dismenorrea, che implica dolori addominali, emicranie e altri disturbi di varia natura, è un fenomeno ancora sottostimato che influisce sul lavoro delle donne.
La misura, sostenuta da Verdi, Partito socialista e Verdi Liberali, non è stata ben accolta dalla destra. Secondo la liberal-radicale Océane Gex, “si etichettano ancora una volta le donne, quando queste ultime sono già vittime di discriminazione al lavoro“.
Quanto deciso a Friborgo è una prima in Svizzera. La Città di Zurigo ha lanciato un progetto pilota che permette alle impiegate di assentarsi per un periodo massimo di cinque giorni, mentre a Losanna è stato presentato a marzo al Consiglio comunale un postulato che chiede un test simile.
- La notizia riportata dal portale online del quotidiano Le TempsCollegamento esterno (in francese).
- Dagli archivi di tvsvizzera.it, il lancio del progetto pilota a Zurigo.
- Dal portale ticinonews, le reazioni alla notizia di Friborgo della coordinatrice dei consultori EOC Mariachiara Pusterla e della deputata socialista in Gran Consiglio ticinese Lisa BoscoloCollegamento esterno.
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