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Otto associazioni economiche contro riforma LPP

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Otto associazioni di categoria si uniscono alla sinistra per contrastare la riforma della previdenza professionale, oggetto in votazione il prossimo 22 di settembre.

A loro avviso, il disegno di legge porterebbe a falsi incentivi al risparmio, così come a una maggiore burocrazia, e va quindi respinto.

L’alleanza contro la modifica della legge federale sulla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (LPP) è guidata da Gastrosuisse e dall’associazione dei datori di lavoro della Romandia Centre Patronal.

Ne fanno parte anche le organizzazioni di settore di panettieri e pasticcieri, parrucchieri, centri fitness e benessere, stazioni di servizio, bar e gastronomia individuale e dei commercianti di carne. Tutte vogliono intervenire attivamente nella campagna di voto, viene indicato in una nota odierna.

Stando al comunicato, il progetto è un fallimento che rimpiazza una ridistribuzione con un’altra. Al posto che riportare la previdenza professionale in linea con il principio del risparmio, si creano falsi incentivi e più burocrazia, lamenta l’alleanza.

Le organizzazioni mantello quali Economiesuisse e Unione svizzera degli imprenditori si battono invece come noto per un sì alle urne fra poco più di un mese e mezzo. Entrambe ritengono che la riforma del secondo pilastro sia un passo atteso da tempo.

Il punto più importante della revisione, adottata dal Parlamento nel marzo 2023, prevede una diminuzione del tasso di conversione dal 6,8% al 6%. Con tale riduzione, per un capitale risparmiato di 100’000 franchi la rendita pensionistica annua sarà di 6000 franchi, invece degli attuali 6800.

Secondo i sostenitori, la riforma è necessaria per garantire il versamento delle pensioni a fronte del costante invecchiamento della popolazione e dell’aumento della speranza di vita. Per i contrari, che hanno lanciato un referendum che ha raccolto oltre il triplo delle firme necessarie, la novità non andrà a beneficio dei lavoratori e a farne le spese saranno soprattutto le professioni poco retribuite e le donne.

L’Unione sindacale svizzera (USS), che guida il comitato referendario, si è detta molto soddisfatta di quanto deciso dalle otto associazioni di categoria. “Si tratta di un passo straordinario”, ha dichiarato a Keystone-ATS il responsabile delle relazioni con i media Urban Hodel.

Le argomentazioni dei due comitati per il no sono in parte diverse. Tuttavia, il messaggio principale è lo stesso: “Con la riforma, si paga di più e si ottiene di meno, il che non quadra”. Hodel ha messo tra l’altro in evidenza come l’alleanza economica abbia riunito settori particolarmente colpiti dalla revisione della LPP, in cui i costi e le perdite a livello di rendite per i dipendenti sono maggiori.

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