Paramilitari attaccano un villaggio in Sudan, 80 morti
(Keystone-ATS) Le forze paramilitari sudanesi hanno ucciso almeno 80 persone in un attacco a un villaggio nel sud-est del Paese devastato dalla guerra. Lo hanno riferito una fonte medica e alcuni testimoni.
“Abbiamo ricevuto 55 morti e dozzine di feriti all’ospedale giovedì, e 25 di loro sono morti venerdì, portando il bilancio delle vittime a 80”, ha detto all’Afp una fonte dell’ospedale del villaggio di Jalgini, nello stato sudanese di Sennar. Un sopravvissuto ha detto che le forze paramilitari hanno attaccato giovedì mattina.
Dalla fine di giugno i paramilitari controllano Sinja, la capitale del Sennar. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), da allora i combattimenti tra esercito e paramilitari nello Stato di Sennar hanno provocato lo sfollamento di quasi 726’000 persone. Lo Stato di Sennar, che secondo l’Oim già prima dei combattimenti ospitava più di mezzo milione di sfollati, collega il Sudan centrale al sud-est, controllato dall’esercito, e dove hanno trovato rifugio centinaia di migliaia di altri sfollati.
I paramilitari controllano anche gran parte della capitale Khartoum, lo Stato di al-Jazeera (al centro), la vasta regione del Darfur (a ovest) nonché gran parte del Kordofan (a sud). Dall’aprile 2023, la guerra in Sudan contrappone l’esercito, sotto il comando del generale Abdel Fattah al-Burhane, ai paramilitari delle Forze di supporto rapido (Fsr) guidate dal suo ex vice, il generale Mohamed Hamdane Daglo.
Il conflitto ha spinto, secondo l’Onu, il Paese sull’orlo della carestia, causando decine di migliaia di morti. Alcune stime, citate dall’inviato americano per il Sudan, Tom Perriello, parlano di 150’000 persone uccise.
La guerra ha inoltre provocato lo sfollamento di oltre 10 milioni di persone all’interno del Paese e la devastazione delle maggiori infrastrutture. Entrambi i belligeranti sono stati accusati di crimini di guerra per aver deliberatamente preso di mira i civili e bloccato gli aiuti umanitari.