Presidente proprietari case auspica più sensibilità per inquilini
(Keystone-ATS) Anche nei rapporti di locazione deve vigere una sorta di partenariato sociale, alla stregua di quanto avviene nel mondo del lavoro, con l’obiettivo ultimo di mantenere la pace sociale in Svizzera.
Lo sostiene Gregor Rutz, neopresidente dell’Associazione dei proprietari fondiari (APF-HEV), che auspica in particolare maggiore sensibilità da parte degli investitori istituzionali.
I costi dell’alloggio rappresentano una parte sostanziale del bilancio sia dei proprietari che degli inquilini, ricorda il consigliere nazionale (UDC/ZH) in un’intervista pubblicata oggi dall’Aargauer Zeitung. “Nuovi requisiti normativi, costi di costruzione più elevati, aumento dei prezzi dell’energia: sono questi i fattori che determinano i prezzi, oltre all’immigrazione e alla conseguente carenza di offerta”.
Secondo l’imprenditore la complessità e la lunghezza delle procedure comportano costi inutili. “Fortunatamente in parlamento stiamo finalmente discutendo le contraddizioni tra la pianificazione territoriale e la legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio, nonché la questione della protezione dal rumore”.
A questo proposito la APF-HEV intende collaborare più intensamente con l’Associazione svizzera degli inquilini. “Ovviamente dobbiamo parlarci: da un punto di vista oggettivo abbiamo interessi molto simili. I proprietari privati organizzati nell’APF-HEV hanno interesse ad avere contratti equi e a lungo termine nonché a inquilini soddisfatti. Chiunque abbia vissuto un cambio di locatario sa quanto sia difficile. Naturalmente il proprietario di un immobile ha bisogno di un rendimento per poter fare investimenti. Ma vuole anche che l’inquilino si senta trattato in modo equo”.
“Dobbiamo però anche cercare il dialogo con i locatori istituzionali e con gli impresari costruttori”, prosegue il 51enne. “La pandemia ha mostrato che molto spesso le situazioni in cui microimprese come gli studi di yoga sono quasi fallite erano legate a proprietari istituzionali. Costoro devono essere consapevoli che non possono lavorare solo con fogli di calcolo Excel: un contratto di affitto è sempre tra persone”.
“Il diritto di locazione dovrebbe funzionare come il partenariato sociale nel settore del lavoro”, insiste lo specialista con laurea in diritto conseguita all’università di Zurigo. “I requisiti legali per farlo esistono, ma spesso manca la sensibilità necessaria”.
“La democrazia e la tutela della proprietà sono inestricabilmente legate”, argomenta il presidente di -HEV, eletto nell’assemblea dei delegati svoltasi il 28 giugno a Lugano. “La garanzia della proprietà è la base della nostra prosperità. Oggi, però, la proprietà viene sempre più limitata, a volte inconsapevolmente. Questo mi provoca il mal di pancia”.
“È importante che anche i giovani e la classe media possano permettersi di possedere una casa”, aggiunge l’esperto che gestisce una propria società di consulenza. “Nelle zone rurali i prezzi sono ancora accessibili; nelle aree urbane, invece, stiamo assistendo a una tendenza malsana dei prezzi”.
La quota dei proprietari risulta così essere molto più bassa che in altri paesi. “Ciò è in contrasto con la Costituzione federale: essa stabilisce che la Confederazione deve promuovere incentivi per l’acquisto di proprietà residenziali. Il nostro problema è lo squilibrio tra domanda e offerta. Se iniziamo con la domanda, questo concerne l’immigrazione: non si può andare avanti così, non possiamo costruire tanti appartamenti quanto il numero di persone che vogliono trasferirsi in Svizzera”. Secondo l’ex segretario generale dell’UDC svizzera (2001-2008) bisogna peraltro apportare correttivi anche sul fronte dell’offerta. “Abbiamo bisogno di deregolamentare per costruire più alloggi in modo migliore e più intelligente”, conclude.