Multa record per UBS in Francia
I giudici francesi hanno inflitto alla banca una multa di 3,7 miliardi di euro per fornitura illecita di servizi finanziari e riciclaggio aggravato del provento fiscale. UBS ha già annunciato che presenterà ricorso.
Il peggiore scenario possibile per UBS e i suoi avvocati è diventato realtà. Nonostante un lungo processo durante il quale l’accusa ha faticato a presentare le prove della colpevolezza della banca, UBS è stata finalmente condannata a una multa molto elevata.
Dalla richiesta di rinvio a giudizio fino al verdetto pronunciato mercoledì, la giustizia francese non si è praticamente mai discostata dalla sua linea di condotta. I giudici ritengono che i reati di UBS siano di una “gravità eccezionale” e puntano il dito contro “un’organizzazione strutturata verticalmente, sistemica e di lunga data, volta ad aggirare le regole europee e francesi” in materia di evasione fiscale e fornitura di servizi finanziari.
In altre parole, i magistrati confermano i due reati imputati alla più importante banca al mondo nella gestione patrimoniale. La fornitura illecita di servizi finanziari sarebbe stata effettuata da consulenti svizzeri attivi in Francia tra il 2004 e il 2012. Con queste pratiche si volevano attirare ricchi clienti non verso la filiale francese di UBS, ma verso la casa madre.
Per quanto concerne il riciclaggio aggravato di proventi fiscali, tra il 2008 e il 2015 la regolarizzazione dei conti dei clienti francesi di UBS ha raggiunto una somma di 3,77 miliardi di euro, secondo le autorità fiscali francesi. Ciò costituisce la prova – o almeno il segno tangibile – che UBS ha aiutato i suoi clienti ad evadere il fisco, hanno sottolineato i giudici.
Un totale di 4,5 miliardi di euro
I magistrati hanno aggiunto che all’enormità della fuga di capitali deve corrispondere l’entità della pena: una multa di 3,7 miliardi di euro (4,2 miliardi di franchi svizzeri), importo già richiesto dalla procura. A ciò si aggiungono 800 milioni di euro di risarcimento danni a favore dello Stato francese. La fattura è quindi significativa: 4,5 miliardi di euro, un record assoluto in Francia.
“UBS contesta fortemente questa sentenza”, ha reagitoCollegamento esterno l’istituto elvetico. La condanna – sostiene la banca – non si basa su nessuna prova concreta, bensì su accuse di ex impiegati che non sono nemmeno stati ascoltati durante il processo.
UBS, che presenterà ricorso, ritiene che “questa decisione equivale ad applicare il diritto francese in Svizzera. Mina la sovranità del diritto elvetico e solleva importanti questioni di territorialità”.
Raoul Weil assolto
La presidente della Corte, Christine Mée, e i suoi due assessori, hanno seguito quasi completamente la requisitoria dell’accusa. Tranne per Raoul Weil. L’ex numero 3 di UBS, responsabile del Global Wealth Management, è stato rilasciato: “I presunti reati non sono sufficientemente caratterizzati, data la sua posizione gerarchica all’interno di UBS SA”, sostengono i giudici. Troppo in alto nella gerarchia insomma per seguire da vicino il mercato francese. Dopo la sua assoluzione nel 2013 in Florida per atti simili, Raoul Weil esce così indenne dalla vicenda.
L’ex capo della divisione Europa occidentale di UBS, Dieter Kiefer, è invece stato condannato a 18 mesi di reclusione sospesi con la condizionale e a una multa di 300’000 euro. Olivier Baudry e Philippe Wick, successivi capi della divisione France International di UBS, sono condannati a 12 mesi di reclusione sospesi condizionalmente e a una multa di 200.000 euro. UBS Francia è stata sanzionata con 15 milioni di euro.
Nel 2014 UBS aveva pagato una cauzione di 1,1 miliardi di euro. La banca e la procura finanziaria nazionale non erano riusciti a trovare un accordo su un importo che avrebbe impedito un processo.
Traduzione di Daniele Mariani
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