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Prodotti di agricoltura biologica: consumatori svizzeri primeggiano

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) La Svizzera è il campione europeo per quanto riguarda il consumo di prodotti biologici: in media ogni abitante l’anno scorso ha speso 454 franchi per questa merce.

Il fatturato totale del settore ha raggiunto il valore record di 4,075 miliardi, in aumento del 6,9% (di cui 4 punti percentuali per effetto dell’inflazione) su base annua.

Urs Brändli, presidente di Bio Suisse (la maggiore organizzazione bio in Svizzera, proprietaria del marchio della gemma), ha parlato di un 2023 impegnativo in occasione della conferenza stampa annuale a Kerzers (FR), sul sito Terraviva attualmente in costruzione. “Dobbiamo continuare a riconoscere le aspettative dei clienti per rendere i nostri prodotti più attraenti”, ha dichiarato Brändli, che è stato rieletto per un ulteriore mandato di quattro anni.

“Il bio è diventato un grande business”, ha dichiarato soddisfatto Balz Strasser, direttore dell’associazione, che conta 33 membri e rappresenta il 90% dei produttori biologici. Ha sottolineato la necessità di curare partenariati in generale, e in particolare con il commercio al dettaglio, per garantire gli investimenti. “E una migliore promozione a livello politico”, ha aggiunto Brändli.

Giustificare i prezzi

“È lavorando insieme che siamo riusciti a far uscire l’agricoltura biologica dalla sua nicchia di mercato”, ha dichiarato Brändli, dicendosi aperto alle critiche. “Nessuno è perfetto”. Alla luce delle attuali discussioni sui prezzi, dobbiamo posizionarci chiaramente e dimostrare perché il biologico vale il suo prezzo.

“Le aziende biologiche ricevono contributi dalla Confederazione”, ha spiegato Brändli. “Ma in Svizzera non esiste un vero e proprio sostegno politico all’agricoltura biologica che ne riconosca il valore per la natura e l’ambiente e la consideri parte della soluzione ai problemi di sostenibilità”.

Nel 2020, segnato dal Covid-19, il fatturato del settore aveva raggiunto 3,86 miliardi di franchi, sostenuto dalle vendite specializzate e dirette. Oggi, in un contesto di rincaro, la questione del prezzo rimane fondamentale, ha detto Strasser.

Grossi dettaglianti centrali

La quota di mercato di Bio Suisse, che ha raggiunto l’11,6% (rispetto all’11,2% del 2022), è dominata dai supermercati; i rivenditori specializzati e la vendita diretta hanno fatto segnare una contrazione del fatturato rispettivamente del 6,9% e dell’11,3%. Coop (+8,7%), Migros (+6,1%) e gli altri grandi magazzini e commerci (+10,7%) hanno invece messo a segno sensibili progressioni delle vendite di merce con la gemma.

In un confronto europeo, la Svizzera è in cima alla classifica della spesa annuale pro capite in alimenti biologici, davanti a Danimarca, Austria, Lussemburgo e Svezia. Germania e Francia occupano il sesto e settimo posto della graduatoria.

Il primato dei Grigioni

Alla fine del 2023 erano certificate come biologiche 7362 aziende agricole, 21 in più rispetto all’anno precedente, per una superficie utile complessiva di oltre 190’000 ettari. Con il 19,9%, per la prima volta la quota di biologico è più alta nella viticoltura che nel resto dell’agricoltura.

La maggior parte delle nuove conversioni è avvenuta nei cantoni di Berna (+22 aziende biologiche), Lucerna (+13) e Zurigo (+12). Con il 63,7%, è nei Grigioni che si registra la proporzione più alta di aziende agricole biologiche. Berna rimane il cantone con il maggior numero, in termini assoluti (1370), di fattorie con la gemma.

L’offensiva biologica per le culture, lanciata nel 2023, ha avuto un buon inizio, secondo l’organizzazione. I cereali continuano a essere molto richiesti, in quanto i rivenditori auspicano che il segmento del pane biologico faccia esclusivo riferimento a prodotti con la gemma.

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