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Progredisce anche nel 2023 l’agricoltura bio

(Keystone-ATS) Il 2023 ha confermato, anche se in lieve rallentamento, una tendenza in atto da anni: la conversione di un sempre maggior numero di aziende dall’agricoltura convenzionale a quella biologica.

L’agricoltura bio è ora praticata da 7896 aziende (+77, ossia l’1% in più, il 16,7% del totale) su una superficie di 190 mila ettari (+3700 ettari ossia il 2% in più rispetto al 2022).

L’anno scorso ha confermato anche un altro trend, ossia la diminuzione delle aziende di piccole dimensioni a vantaggio di quelle più grandi, indica una nota odierna dell’Ufficio federale di statistica (UST).

Prosegue trasformazione strutturale

Nel 2023, sono state censite 47 719 aziende agricole, 625 in meno (-1,3%) rispetto all’anno precedente, che hanno dato lavoro a 148 900 persone, circa lo 0,5% in meno rispetto al 2022 (Ticino da 1031 a 1027; Grigioni da 2164 a 2138). Considerando le dimensioni, si osserva che, mentre il numero di fattorie al di sotto dei 30 ettari è diminuito (-2,2%), quello delle aziende con una superficie di 30 ettari o più è aumentato (+1,6%). In media, nel 2023 un’azienda agricola ha coltivato una superficie di 21,8 ettari, ovvero 0,2 ettari in più rispetto al 2022.

Bio sempre in voga

Come evocato, le aziende agricole che coltivavano i rispettivi terreni secondo i principi dell’agricoltura biologica erano 7896 (16,5% in totale; da 174 a 179 in Ticino pari a un aumento del 2,9%, in calo nei Grigioni da 1275 a 1261 ossia -1,1%), il che corrispondeva a 77 unità in più (+1%). Rispetto agli anni dal 2019 al 2022, tuttavia, l’aumento è stato inferiore.

La superficie coltivata sul totale corrisponde a quasi un quinto (18,2%) della superficie agricola utile (SAU) totale della Svizzera. Le dimensioni medie di un’azienda agricola biologica erano pari a 24,1 ettari, vale a dire 2,3 ettari al di sopra della media delle aziende agricole totali.

Nel 2023, la superficie agricola utile è rimasta pressoché invariata a 1 042 000 ettari. Essa era costituita principalmente da prati naturali e pascoli (58%). I campi coprivano il 38%, mentre il restante 4% era composto tra l’altro da vigneti e frutteti.

Barbabietole e girasoli in crescita

Per quanto attiene alle colture, nel complesso la superficie coltivata a cereali è scesa del 2,5% a 141 ettari. La superficie coltivata a patate è rimasta pressoché invariata (10 700 ettari, -0,4%) mentre quella coltivata a colza è aumentata dell’1,2% raggiungendo così i 25 300 ettari.

Dopo due anni di calo consecutivi, la superficie coltivata a barbabietole da zucchero ha invece recuperato terreno (16 100 ettari, +3,1%). Con un aumento del 21,7% che ha permesso di raggiungere i 6400 ettari, la superficie coltivata a girasoli, soprattutto per la produzione di olio commestibile, è quella che ha registrato l’incremento maggiore. La superficie coltivata a soia, che tra il 2021 e il 2022 era aumentata quasi del 30%, ha mostrato un andamento assai positivo (3100 ettari, +6,3%) anche nell’anno in rassegna.

Più pollame

L’allevamento di pollame ha continuato a crescere anche nel 2023, sebbene a un ritmo più lento rispetto all’anno precedente (13,3 milioni di capi; +0,6%).

Mentre il numero di galline ovaiole è sceso dell’1,3% attestandosi a 3,8 milioni di capi, il numero di polli da ingrasso è aumentato del 2,1%, raggiungendo all’incirca gli 8,1 milioni di capi. Il 21% (800 100 capi) delle galline ovaiole sono state allevate a marchio biologico.

Più carne, meno latte

Nel 2023 l’effettivo di bovini è rimasto abbastanza stabile (1 528 600 capi; +0,2%). Quello di vacche da latte, invece ha continuato a presentare una tendenza al ribasso attestandosi a 532 300 capi (-2%) nell’anno di riferimento (il prezzo del latte è in flessione da anni, n.d.r)

La detenzione degli altri tipi di vacche (140 300 capi; +1,9%), in particolare le vacche nutrici per la produzione estensiva di carne bovina, ha invece segnato una tendenza all’aumento. Negli ultimi dieci anni, il loro numero è aumentato del 20%.

Sempre l’anno scorso, l’effettivo di suini è sceso del 3,5%, attestandosi a 1 324 400 capi. Dal 2013, il numero di maiali è diminuito di un buon 10%. L’allevamento biologico di questo animale era ancora limitato e rappresentava solo il 2,7% del totale.

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