Proteste pro-Palestina raggiungono Uni Friburgo e Basilea
(Keystone-ATS) Le proteste studentesche pro-Palestina si espandono in Svizzera. Oggi sono stati occupati spazi delle Università di Basilea e Friburgo.
Gli occupanti di Friburgo hanno sottolineato in un comunicato che si tratta di un’azione pacifica. I manifestanti chiedono un boicottaggio accademico delle istituzioni israeliane e un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. All’azione partecipano circa cento persone, ha constatato un corrispondente di Keystone-ATS sul posto.
Gli studenti domandano anche che l’ateneo tolga il memoriale dedicato a Chaim Weizmann – primo presidente di Israele e alunno dell’Università di Friburgo – presente nell’Aula Magna e che modifichi il nome alla Conferenza Chaim Weizmann.
Anche a Basilea i manifestanti chiedono all’ateneo di prendere coscienza delle proprie responsabilità e interrompere le collaborazioni con gli istituti israeliani.
Le proteste sono iniziate la scorsa settimana a Ginevra, Losanna e Zurigo e ieri sono giunte a Berna.
Università Berna risponde ad accuse
Proprio l’Università di Berna risponde oggi alle accuse di avere una posizione pro-Israele. Gli atenei non sono attori politici, ha spiegato un portavoce all’agenzia Keystone-ATS. Con due Università israeliane esistono accordi per lo scambio di studenti, ma non ci sono grandi collaborazioni a livello di ricerca.
Cooperazioni esistono – come usuale a livello scientifico – in grandi progetti internazionali, che riguardano ad esempio il Cern. Gli atenei hanno il compito di fornire prestazioni nell’ambito della ricerca e dell’istruzione. In questo senso il dialogo accademico è di fondamentale importanza
“Le Università non possono tollerare l’esclusione di persone o istituzioni dalla comunità accademica”, ha aggiunto il portavoce. Una strumentalizzazione del lavoro degli atenei non è un buon presupposto per un dialogo costruttivo.