A che punto è l’accordo fiscale sui frontalieri?
L'accordo sull'imposizione dei frontalieri è bloccato da mesi a Roma. Berna e il Ticino sono in attesa della ratifica parlamentare italiana. Con il nuovo Governo ma soprattutto con il rinnovo di Camera e Senato, l'iter dovrà quasi ripartire da zero.
Qualcosa si sta muovendo sul fronte del tanto agognato accordo fra Svizzera e Italia sull’imposizione dei lavoratori frontalieri.
Lo stesso Governo di Roma, in riunione giovedì, dalle 18.30, ha infatti preso in esame l’annoso e complesso dossier, per poi approvare, su proposta del ministro degli esteri Antonio Tajani, “un disegno di legge di ratifica ed esecuzione” dell’Accordo. È quanto ha reso noto lo stesso Esecutivo, presieduto dalla nuova premier Giorgia Meloni, in un comunicato stampaCollegamento esterno diffuso in serata.
Più nel dettaglio, come si legge nella nota governativa, la nuova normativa prevede, oltre alla definizione delle aree di frontiera, di “stabilire il metodo della tassazione concorrente” e di prevedere “un regime transitorio per i lavoratori frontalieri residenti in Italia che lavorano in Svizzera o che vi hanno lavorato a partire dal 31 dicembre 2018, ai quali si applica il regime di tassazione esclusiva in Svizzera fino alla data di entrata in vigore dell’Accordo”.
Fin qui, i tratti salienti del progetto di legge, che ora, però, dovrà essere sottoposto al Parlamento italiano. L’iter riparte insomma, quasi un anno dopo l’approvazione da parte dell’Esecutivo italiano di un primo disegno di legge di ratifica dell’Accordo.
Rivisto nel frattempo, l’accordo è stato firmato il 22 dicembre 2020 a Roma Collegamento esternodalla segretaria di Stato per le questioni finanziarie internazionali, Daniela Stoffel, e dall’allora viceministro italiano dell’economia e delle finanze, Antonio Misiani. Va aggiunto che ci sono anche forti resistenze espresse in particolare dai Comuni italiani di confine e dai sindacati.
Il Parlamento elvetico ha dato il definitivo via libera all’accordo italo-svizzero il primo marzo del 2022Collegamento esterno. Ora, sul fronte italiano, bisogna seguire da capo l’iter parlamentare nel nuovo legislativo che si è insediato pochi settimane fa a Roma. Sempre l’ambasciatore italiano Silvio Mignano, ha ricordato che sarà suo compito far pressione a Roma affinché il dossier sia trattato il più velocemente possibile. Anche se comprensibilmente la pratica non è una priorità per il nuovo Governo e per il nuovo Parlamento.
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