Nel 2017 il governo ticinese aveva ritirato la proposta di una tassa per i cercatori di funghi (avanzata due anni prima) e oggi l'Unione democratica di centro (destra) intende riprendere la proposta riservandola però ai soli "fungiatt" residenti all'estero.
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tvsvizzera/spal con RSIonline
La mozione depositata nel parlamento cantonale sembra quindi insistere su un tema caro al partito che era distinto per la discussa campagna antifrontalieri “Balairatt” del 2010 e per l’iniziativa popolare “Prima i nostri”, accettata nel settembre 2016 dai ticinesi.
Già nel 2014 l’attuale consigliere nazionale democentrista Marco Chiesa aveva presentato a Bellinzona una mozione che si differenzia poco da quella attuale e il governo ticinese, nel suo successivo progetto, aveva evidenziato che una tassa d’importo più elevato a carico dei soli non domiciliati non può essere presa in considerazione. Tutt’al più, scriveva nel 2015 il Consiglio di Stato, era giustificabile un’esenzione dei residenti dalla sola tassa di cancelleria, in ragione della sua modicità.
E proprio questo ultimo aspetto viene ripreso dalla nuova mozione Udc che propone un tributo per un permesso valido 5 giorni (rinnovabile), che copra le spese di cancelleria e finanzi un fondo per la cura dei boschi.
Ma al di là delle possibili riserve di ordine giuridico e del suo esito finale, l’atto parlamentare è sicuramente destinato a far discutere, anche oltre i confini cantonali.
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