Lunedì diversi parlamentari federali si sono riuniti a Chiasso per discutere delle operazioni di accoglienza o rinvio dei migranti provenienti dall’Italia. Nello specifico, è la sicurezza nazionale il tema di cui si discuterà per le prossime 48 ore, anche con le forze dell’ordine doganali e di polizia.
Da giorni dall’Italia sbarcano decine di migranti e sono giorni concitati per le guardie di confine, alle quale è stata affiancata una cellula di crisi istituita da 6 giorni.
Alla richiesta di Norman Gobbi, di chiudere le frontiere come successo in Francia, ha risposto la consigliera federale Eveline Widmer Schlumpf, responsabile delle dogane e delle guardie di confine, dicendo che:
“Siamo coscienti che la situazione è dificile. Per questo abbiamo rafforzato i controlli inviando un nuovo contingente di guardie di confine fra Italia e Svizzera. Ci sono quindi le risorse per affrontare la situazione, fermare le persone in arrivo, rimandarle oltre frontiera o, secondo i casi, indirizzarle verso le procedure di richiesta d’asilo”
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Norman Gobbi: “dovremo chiudere le frontiere”
Questo contenuto è stato pubblicato al
A tenere banco in questa prima domenica d’estate sono le dichiarazioni, riportate dalla stampa domenicale svizzero tedesca, del presidente del Consiglio di Stato ticinese Norman Gobbi, preoccupato per il continuo afflusso di profughi alle frontiere. Le frasi che più fanno discutere sono sulla NZZ am Sonntag, alla quale il Direttore del Dipartimento Istituzioni dichiara: “Se…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Arrivano soprattutto nei fine settimana, la maggior parte da Milano, quasi sempre in treno. Vengono soprattutto da Eritrea, Somalia ed Etiopia.Sono i richiedenti asilo che in questi giorni affollano il centro di registrazione di Chiasso. In totale, sono quasi di 500 quelli ospitati nelle strutture ticinesi.
Questo contenuto è stato pubblicato al
L’Italia avrebbe chiesto alla Commissione europea di aprire una procedura di infrazione nei confronti della Svizzera. Secondo quanto anticipato sabato dal quotidiano La Stampa, al centro della contestazione vi sarebbe l’aumento dal 78 al 100% del moltiplicatore comunale per l’imposizione alla fonte dei lavoratori frontalieri, entrato in vigore in Ticino lo scorso 1° gennaio. La…
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.