Casinò di Campione d’Italia sull’orlo del baratro
La Procura della Repubblica di Como ha chiesto il fallimento per insolvenza del Casinò di Campione d'Italia, l'enclave italiana in territorio svizzero, che dà lavoro a circa 400 dipendenti.
Già da mesi la procura comasca indaga – con l’ipotesi di peculato – sui conti della società di gestione della casa da gioco, anche sulla base di un esposto presentato dal sindaco di Campione, Roberto Salmoiraghi.
Il Comune di Campione d’Italia è socio unico della società di gestione del casinò, il quale dovrebbe garantire all’amministrazione pubblica un contributo di 700’000 euro ogni dieci giorni, che non viene versato da mesi, tanto che il credito del Comune ammonta a circa 30 milioni di franchi svizzeri (25 milioni di euro).
In più a convincere la procura a chiedere il fallimento vi sarebbero debiti nei confronti delle banche per quasi 40 milioni di franchi.
La prima udienza si terrà il prossimo marzo.
Tagli dolorosi
Il sindaco ha convocato lunedì i cittadini a un “incontro per comunicazioni urgenti”, per parlare della situazione della casa da gioco, che per 40 anni è stata fonte di “benessere assoluto” per Campione.
“Adesso siamo diventati poveri e non c’è niente di male: dobbiamo lavorare per sopravvivere, facendo sacrifici”, ha detto Salmoiraghi.
Davanti a diversi cittadini e dipendenti della casa da gioco il sindaco ha evocato una serie di dolorosi tagli per salvare il casinò. Si prospettano dunque licenziamenti, riduzione di salari e pensioni.
“Su questo punto voglio essere chiaro: tutti i dipendenti comunali dovranno farsi carico della situazione, con un taglio orizzontale del 20%. Questo a partire dal primo di febbraio”, ha detto il sindaco.
Le misure saranno a breve discusse con i sindacati, poi con i legali di comune, casinò e dell’istituto di credito.
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