Il governo svizzero ha disposto venerdì che i valichi di frontiera secondari tra Ticino e Italia rimangano sempre aperti. Il progetto pilota di chiusura notturna, messo in atto nel 2017 su mozione della consigliera nazionale Roberta Pantani, non sarà esteso.
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tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (Quotidiano del 15.06.2018)
Il Consiglio federale, nel rendere notoCollegamento esterno la decisione, ha precisato però che i posti di confine saranno muniti di barriere, così da poter essere chiusi in caso di necessità, ad esempio se sono in corso ricerche da parte della polizia.
Ai conducenti sarà inoltre segnalato che i transiti sono monitorati attraverso telecamere. Si tratta, insomma, di un compromesso tra la chiusura e l’apertura pure e semplici.
Poco impatto sul crimine, molto sulle relazioni
In una nota dell’Amministrazione federale delle doganeCollegamento esterno AFD, l’esecutivo fa risalire questa scelta al fatto che gli sbarramenti notturni tra aprile 2017 e il settembre scorso abbiano avuto un debole impatto sul tasso di criminalità transfrontaliera.
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Il governo non omette di precisare che all’origine della decisione vi sono anche ragioni politiche: da colloqui con l’Italia, è “emerso che una chiusura notturna potrebbe ripercuotersi negativamente sulla buona collaborazione nell’ambito della sicurezza dei confini e della migrazione”.
Nell’aprile 2017, la fase pilota aveva portato alla convocazione d’urgenza da parte del Ministero degli esteri italiano dell’ambasciatore svizzero a Roma Giancarlo Kessler.
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Il rivisto accordo in materia di polizia con Roma, secondo il governo, permette oggi una migliore collaborazione transfrontaliera.
L’effettivo in Ticino del Corpo delle guardie di confineCollegamento esterno è stato peraltro aumentato e la Centrale cantonale di allarme a Bellinzona consente una più stretta collaborazione tra polizia cantonale e Cgcf, per garantire la sicurezza del confine.
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