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Conducenti svizzeri multati, il Comune di Como vince una battaglia legale

Auto della polizia di Stato.
Oltre frontiera si affilano le armi per contrastare i furbetti con auto immatricolate in Svizzera. Keystone / Ti-Press / Francesca Agosta

Rigettata dalla Pretura di Lugano la richiesta di indennizzo da 55'000 euro (più interessi) avanzata da una società ticinese per la riscossione delle contravvenzioni inflitte ad automobilisti/e confederati. Ma la contesa continua…

Un nuovo capitolo nell’annosa controversia che vede contrapposti conducenti e autorità locali ai due lati della frontiera si è consumato in questi giorni con la decisione del pretore aggiunto di Lugano, chiamato ad esprimersi in merito a una vertenza riguardante il servizio di riscossione delle multe non pagate nella Confederazione.

Chiesto indennizzo di 55’000 euro

Da una parte il Comune di Como e una società di recupero crediti toscana, la Nivi Credit, e dall’altra una società attiva nello stesso ramo ma in Ticino, la LT Credit Sagl, che pretendeva il pagamento di 55’000 euro (più gli interessi). Somma richiesta per le prestazioni di riscossione delle multe inflitte nel Comasco ad auto immatricolate nella Confederazione nel biennio 2018-2019 in favore della prima e, indirettamente, delle casse comunali. La LT Credit sosteneva infatti di vantare un credito di tale entità che non gli era stato corrisposto.

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Le cattive abitudini degli automobilisti svizzeri in Italia

Questo contenuto è stato pubblicato al A rilanciare una vecchia querela ci ha pensato martedì il Comune di Como. Nei primi nove mesi del 2017, su 337’000 euro di multe comminate agli automobilisti alla guida di veicoli con targhe svizzere, le autorità lariane hanno incassato solo 47’000 euro. Appena il 14%. Un po’ meglio è andata con gli automobilisti italiani: su…

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Tutta la storia era iniziata nel 2018 quando le autorità lariane – più precisamente la polizia municipale – per cercare di recuperare i proventi delle contravvenzioni inevase da parte di cittadini/e stranieri/e, hanno appaltato il servizio di riscossione alla prima società, che a sua volta si è avvalsa della collaborazione della LT Credit di Lugano. E quest’ultima, per ottenere l’importo contestato, ha chiamato a rispondere in solido in un’aula di giustizia l’amministrazione di Como.

Per la cronaca, il pretore di Lugano ha rigettato la pretesa risarcitoria avanzata dalla società svizzera, ma sullo sfondo resta la ben più complessa disputa, con accuse reciproche riguardo ai comportamenti di presunti automobilisti indisciplinati e inadempienti che appena varcano la frontiera sperano di poter eludere le norme del codice della strada, confidando in cavilli burocratici.

Dispute in rete

Nelle reti sociali e sui giornali più profilati sono pubblicate di continuo immagini in cui sono immortalati comportamenti non del tutto ortodossi, in particolare auto in divieto di sosta in luoghi inconsueti o di particolare pregio urbanistico. Naturalmente queste condotte vengono poi spiegate con un la presunta immunità di cui teoricamente godrebbero i conducenti indisciplinati i quali speculano sulla circostanza che vivono all’estero, dove è più difficile imporre il pagamento delle contravvenzioni.

Proprio allo scopo di recuperare le somme inevase, che secondo alcune stime ammontano all’80% del dovuto, il sindaco di Como ha dichiarato guerra ai furbetti al volante. Già durante la campagna elettorale del 2022 che lo ha portato a Palazzo Cernezzi, Alessandro Rapinese ha evocato il “carro attrezzi solo per gli svizzeri” con cui convincere, attraverso la minaccia della rimozione coatta del veicolo, le e gli automobilisti confederati a corrispondere le somme delle multe. Inutile aggiungere che quello specifico veicolo, destinato a una teorica cerchia così ristretta, non è mai stato inaugurato in riva al Lario.

Il consiglio del TCS: pagate!

Ad ogni buon conto vale la pena seguire le raccomandazioni di associazioni ed enti attivi in questo ambito. In proposito il Touring Club Svizzero (TCS) invita sempre, in via generale, a pagare le multe ricevute all’estero poiché l’inadempimento di questo obbligo può comportare sanzioni ancora più pesanti per i trasgressori. “Se è stata commessa un’infrazione, riconosciuta e giustificata, il TCS raccomanda di pagare sempre la multa entro i termini previsti, per non incorrere in elevati costi di sollecito e per beneficiare di eventuali riduzioni legate al pagamento tempestivo della multa, che possono arrivare fino al 30% a seconda del Paese”, precisa Massimo Gonnella, portavoce dell’associazione elvetica di assistenza alle e ai conducenti.

Poiché la notifica delle multe agli automobilisti stranieri è concordata nell’ambito dell’Accordo di Schengen e di altri accordi sottoscritti dalla Svizzera con vari Paesi europei, decidere di non pagare una multa, spiega il TCS, può comportare sanzioni assai più gravi, come il fermo o il confinamento del veicolo. Un’eventualità, che ad esempio nel corso di una vacanza, può rovinare la stessa.

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In ogni caso l’autorità straniera è tenuta a notificare alla persona interessata la contravvenzione entro 360 giorni dalla data dell’infrazione (nell’ipotesi in cui la condotta sanzionabile viene commessa su un veicolo a noleggio, il termine di 360 giorni incomincia a decorrere a partire dal giorno in cui la società responsabile comunica i dati del o della conducente).

Ricorsi da valutare attentamente

Naturalmente c’è la possibilità di opporsi al provvedimento amministrativo, ma occorre valutare bene tutte le implicazioni di questa scelta che spesso può rivelarsi poco azzeccata.

Se la persona ritiene di essere stata sanzionata ingiustamente può infatti inoltrare un ricorso al Prefetto entro i termini di legge, sottolinea Massimo Gonnella. “Vi è sempre la possibilità di contestare la validità della sanzione, che deve essere esercitata nel termine di 60 giorni dalla data di notifica, se il trasgressore risiede all’estero, dell’infrazione”. È però importante essere ben consapevoli che “se si perde un ricorso, l’importo della multa può lievitare sensibilmente, aggiungendo anche le varie spese procedurali a carico del conducente”.

Costi che si amplificano anche nell’ipotesi in cui l’autorità italiana, in assenza di pagamento spontaneo da parte del contravventore estero, “decida di agire in giudizio, per il tramite di una società di incasso”. In tale caso, “all’importo della multa potranno aggiungersi le spese legali, per l’eventuale traduzione di un atto, la notifica e gli altri oneri connessi con la procedura”.

Attenzione agli scontrini dei pedaggi autostradali

A questo proposito si raccomanda anche di conservare la prova del pagamento dei pedaggi autostradali. È infatti capitato ad automobilisti elvetici che per errori amministrativi o sviste della stessa società di gestione dell’autostrada che quest’ultima incarichi un’agenzia di riscuotere i pedaggi erroneamente attribuiti a conducenti elvetici. E questi pedaggi, sottolinea il portavoce del TCS, si prescrivono solo dopo 10 anni.

È inoltre molto facile per gli stranieri incappare in un divieto di transito, anche a causa di normative complicate e segnaletica insufficiente, in una ZTL nei centri urbani o altre aree riservate alle e ai residenti o ai mezzi pubblici.

Alla fine quindi, quando viene notificata una multa da una società di incasso tramite lettera raccomandata, l’unico consiglio ragionevole che viene caldeggiato dal TCS è di “reagire subito, ovvero, pagare l’importo richiesto”.

Patente ritirata per condotte spericolate all’estero

Un ultimo aspetto che vale la pena considerare in questo ambito riguarda le potenziali conseguenze nella madrepatria di una condotta sanzionata all’estero. Se in un Paese straniero viene intimato un divieto di guida per un’infrazione moderata o grave ai sensi della legge svizzera, osserva sempre

Massimo Gonnella, può essere ritirata la patente dalle autorità elvetiche. L’eccesso di velocità a 30 km/h in autostrada in Italia, ad esempio, “è considerato un’infrazione media secondo la legge svizzera, che può comportare un divieto di guida di un mese, se un’analoga misura è stata presa dalle autorità italiane”.

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A questo proposito va sottolineato che le diffide e i ritiri di patente vengono iscritti nel registro delle misure amministrative svizzero, per una durata che non può superare quella del divieto di guida imposto all’estero. A meno che la persona sanzionata non sia recidiva: in questo caso la sospensione del permesso di guida può estinguersi entro un termine più lungo.

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