L’Italia riapre le frontiere, la Svizzera non fa altrettanto
Da mercoledì si potrà di nuovo entrare liberamente nella Penisola. La Svizzera, invece, ribadisce che manterrà le restrizioni d'entrata alla frontiera con l'Italia.
Non vi è stata nessuna svolta dell’ultimo minuto. Italia e Svizzera sono rimaste sulle loro posizioni e così, mentre Roma riaprirà domani le sue frontiere, Berna ribadisce che per il momento non se ne parla.
“Poiché ritiene che sarebbe prematuro concedere la reciprocità all’Italia a partire dalla suddetta data [il 3 giugno, ndr], la Svizzera, alla stregua degli altri Paesi limitrofi dell’Italia, ha informato il governo italiano sulla decisione di mantenere fino a nuovo avviso le restrizioni in vigore”, si legge in un comunicatoCollegamento esterno diramato martedì dalla Segreteria di Stato della migrazione (SEM).
Perciò, mentre in Italia tutti coloro provenienti dall’area Schengen e dalla Gran Bretagna potranno entrare liberamente senza dovere sottostare a nessuna quarantena, in Svizzera potranno varcare il confine solo determinate persone.
Che cosa cambia da domani – la scheda del TG:
Transito permesso
Concretamente, come avviene ora, la frontiera è aperta unicamente per i cittadini svizzeri e stranieri titolari di un permesso di soggiorno elvetico, i lavoratori frontalieri e persone in situazioni di assoluta necessità (per saperne di più su cosa si intende per assoluta necessità si può consultare la pagina della SEMCollegamento esterno).
Possono entrare in Svizzera anche coloro che devono unicamente transitare dalla Confederazione, ad esempio un italiano che risiede in Germania e che deve recarsi nella Penisola. Esclusa, invece, l’entrata in Svizzera dall’Italia a fini turistici.
Nel comunicato, la SEM precisa che i controlli ai valichi saranno “intensificati”. Non è inoltre prevista la riapertura di ulteriori dogane (qui la lista di quelle aperteCollegamento esterno)
Niente turismo degli acquisti
Uno svizzero che si reca in Italia potrà rientrare in patria senza problemi. Fa eccezione il turismo degli acquisti. In questo caso, resta in vigore l’ordinanzaCollegamento esterno che prevede una multa di 100 franchi per chi va in Italia con l’unico scopo di fare compere. Il provvedimento – va precisato – vale anche per Austria, Francia e Germania ed è volto soprattutto a sgravare il lavoro delle guardie di confine.
Per chi rientra non è prevista nessuna quarantena. Le autorità elvetiche sottolineano però che “se necessario” potranno essere ordinate “misure sanitarie al confine per determinate categorie di persone”.
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Riaperture coordinate
Con Austria, Francia e Germania, la Svizzera ha convenuto che le restrizioni di viaggio saranno abolite il 15 giugno, “a condizione che prosegua l’evoluzione positiva della situazione epidemiologica”.
La decisione italiana di riaprire il 3 giugno non sembra invece essere stata oggetto di trattative e il passo non è stato gradito né a Berna, né a Vienna. La ministra di giustizia e polizia svizzera Karin Keller-Sutter aveva parlato di “decisione unilaterale”, presa senza consultare le controparti. Vienna, per bocca del ministro della sanità Rudolf Anschober, aveva dal canto suo invitato alla cautela, essendo l’Italia “ancora un focolaio”.
L’Austria però sembra dirigersi verso una riapertura con l’Italia a partire da metà giugno, in concomitanza appunto con la ripresa della libera circolazione con gli altri paesi confinanti, stando a quanto riferisce martedì l’Ansa sulla base di fonti che definisce “informate”. Se l’andamento epidemiologico nella Penisola non lo permettesse, Vienna valuterebbe almeno la ripresa degli spostamenti con le regioni italiane che possono vantare dati positivi.
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