I “chiodi della storia” di Davide Van De Sfroos
Il contrabbando è entrato a pieno titolo anche nella cultura delle popolazioni di frontiera. Incontro con il cantautore comasco Davide Van De Sfroos.
Se oggi nelle regioni al confine tra Italia e Svizzera si parla del contrabbando come di un’”epopea” è perché i fatti storici e di cronaca sono col tempo entrati in una narrazione che ha reso quello che era un fenomeno sociale ed economico un grande romanzo popolare in cui, come spesso accade, realtà e immaginazione si intersecano.
Il cantautore Davide Van De Sfroos ha scelto nel suo stesso nome d’arte di richiamare un’espressione dialettale riferita all’”andare di frodo”. All’anagrafe Davide Bernasconi, nato a Monza, ma di famiglia di origine comasca, si trasferì da bambino sulle sponde del Lago e non ha mai smesso di ascoltare le storie degli anziani del posto raccolte nei bar, nelle piazze e nei circoli. Alcune di queste sono diventate spunti per le sue canzoni e hanno contribuito a costruire una mitologia del contrabbando creando dei personaggi che appartengono al folklore locale.
Altri sviluppi
L’epopea del contrabbando
Come lo stesso artista ricorda, l’eterno confronto tra contrabbandieri e finanzieri è diventato per i paesi tra lago e frontiera una sfida simile alla lotta tra indiani e cowboy che appartiene a un Far West più cinematografico che reale.
Anche questo territorio ha i suoi Wyatt Earp e Billy The Kid. Uno di questi è Clemente Malacrida noto come “Ment”, originario di Pellio Intelvi, che nel gennaio del 1934 fu immortalato sulla copertina della Domenica del Corriere, in un’illustrazione di Achille Beltrame, quando tentò di varcare la frontiera a capo di un plotone di cento spalloni.
Il suo ricordo è simile a un’altra figura della cultura popolare italiana, il “Passator Cortese”, cioè il bandito ottocentesco Stefano Pelloni, ricordato come il Robin Hood romagnolo. La sua storia in verità fu ben diversa rispetto al mito che lo accompagna.
Ma anche sul confine, il romantico e l’avventuroso hanno preso il sopravvento in molti dei racconti. L’epica è un intreccio di dramma e commedia. Una delle canzoni più amate di Van De Sfroos è La ballata del Cimino, dedicata alla rocambolesca e comica fuga nelle fredde acque del Lario di Sergio Bordoli detto “il Cimino”. Ne La ninna nanna del contrabbandiere invece, emerge il lato più intimo di un’attività illegale, ma che per molte famiglie era un mezzo di sopravvivenza.
Oggi il Lago di Como è una meta turistica amata dai divi hollywoodiani. Certe storie rischiano di scomparire. Ma come dice Davide Van De Sfroos in una delle sue canzoni più recenti, “Gli Spaesati”, i cosiddetti “paesani” sono “i chiodi della storia” e, anche se arrugginiti, tengono ancora insieme un’identità fatta di storia, memoria e mito.
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