Nuovi elementi spingono gli inquirenti a privilegiare la pista economica nell’inchiesta sul delittto di Stabio. Il giallo ruota sempre più attorno alla villetta di Via Cava, dove Nadia Arcudi abitava con la madre e che contendeva alla sorella.
Il compagno della vittima ha spiegato che era intenzione della coppia convivere nell’abitazione, mentre stando all’esito delle indagini il resto della famiglia era orientato invece verso l’ipotesi opposta: a trasferirsi nella casa avrebbero dovuto essere la sorella e il cognato, cioè il presunto autore dell’omicidio. Parlare di movente certo, però, è ancora prematuro.
Resta da capire come sia avvenuta la morte. Il solo indagato sostiene di avere trovato Nadia Arcudi stesa sul pavimento della camera, morta o in fin di vita, e ammette solo l’occultamento del cadavere in un bosco di Rodero, oltre il confine italiano. Gli esperti della scientifica sono tornati sul posto venerdì scorso e raccolto diverso materiale, si attende ora il responso dell’esame tossicologico. L’autopsia ha comunque fissato il decesso a più tardi.
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