Depressione perinatale, al via importante studio
Sarà condotto da 14 ricercatori in Svizzera e 25 in Italia, per 3 anni su 500 donne in gravidanza o che hanno appena partorito
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Depressione perinatale, al via studio di 3 anni in Italia e Svizzera
La depressione perinatale è al centro di un importante studio scientifico, frutto della collaborazione tra Ente Ospedaliero Cantonale ticinese e altri nosocomi specializzati in Italia.
Un progetto da oltre 1,6 milioni di franchi. Per tre anni, sarà esplorata la qualità del sonno di 500 donne in gravidanza o che hanno appena partorito.
La depressione rappresenta una delle più gravi e frequenti complicazioni della gravidanza e del periodo che segue il parto. Circa una donna su dieci ne soffre quando è incinta, la proporzione aumenta ad una su sette subito dopo la nascita del bebé.
L’ Ospedale Regionale di Lugano ha selezionato 150 donne che saranno seguite fino a un anno dopo il parto. In particolare presso il Neurocentro della Svizzera Italiana viene studiata la relazione tra i disturbi del sonno e la depressione perinatale.
Allo studio partecipano 14 ricercatori in Svizzera, di cui 9 in Ticino, e 25 in Italia. Se questa patologia nella madre non viene curata, dicono gli esperti, può portare a conseguenze negative sullo sviluppo emotivo dei bambini.
Lo studio permette di esaminare anche i benefici legati alla terapia della luce nel trattamento e nella prevenzione per questo tipo di sofferenza.
La ricerca, che si svolge sull’ arco di tre anni, ha due obiettivi: da un lato stabilire i fattori di rischio psicologici e genetici legati al sonno che predispongono alla depressione perinatale, dall’altro trovare una terapia adeguata.
Lo studio permetterà dunque di disporre di elementi più precisi per stabilire quali donne potrebbero tendenzialmente sviluppare una depressione in gravidanza o post-partum.
Nel video [sopra], le spiegazioni di Nicoletta Piazza -medico assistente in ginecologia e ostetricia all’Ospedale Regionale di Lugano- e Silvia Riccardi -medico assistente in neurologia, sempre all’ORL.
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