Campione d’Italia, 18 rinvii a giudizio
La Procura di Como ha chiesto il rinvio a giudizio di 18 dei 19 indagati (18 persone e una società) nell'ambito dell'inchiesta aperta sul dissesto di Campione d'Italia. I reati contestati, risalenti al periodo 2013-2018, riguardano la gestione del comune e della Casinò Spa.
Un dissesto da 61 milioni di franchi nelle casse del Comune di Campione d’Italia causati da una serie di illeciti nel rapporto con il Casinò, portato al fallimento nel 2018 con 130 milioni di euro di debiti, lasciando a casa 500 dipendenti.
La Procura di Como ha così chiesto il processo per 18 amministratori, compresi due ex sindaci chiedendo una sola archiviazione. Le accuse, a vario titolo, vanno dall’abuso d’ufficio al falso in bilancio, per passare al falso in atto pubblico. L’udienza preliminare, come scrivono La Provincia di Como e Il Giorno, non è ancora stata fissata
Tutto ruota attorno al Casinò di Campione e alle cosiddette “decadali”, vale a dire ai soldi che la casa da gioco doveva annualmente al Comune, unico azionista della società di gestione.
Molti soldi: basti pensare che dal 2006 al 2018 sono stati versati 577 milioni e 375 mila franchi svizzeri, pari a 530 milioni di euro, a un Comune di 1900 abitanti, che contava più di 100 dipendenti.
Con la crisi delle case da gioco – secondo la Procura – gli indagati avrebbero rinunciato agli introiti causando un dissesto nelle casse del Comune di 61 milioni di franchi, modificato la convenzione con la casa da gioco a danno del Comune e provveduto a un indebito anticipo di tesoreria a favore del Casinò da 21 milioni.
Tra i rinviati a giudizio figurano il comandante della polizia locale, il responsabile delle finanze, i segretari comunali, ma anche gli ex sindaci Maria Paola Magili Piccaluga e Roberto Salmoiraghi. La richiesta di archiviazione riguarda invece Alessandra D’Onofrio, nominata da Roma alla testa del Casinò.
tvsvizzera/fra con Ansa
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