Campione d’Italia, un paese destinato a morire
Quasi seicento posti di lavoro cancellati dall'oggi al domani a causa del fallimento del Casinò municipale. Dipendenti comunali che non ricevono lo stipendio da sette mesi. La situazione a Campione d'Italia è decisamente critica. E un'eventuale riapertura del casinò dipende ormai solo da una decisione politica di Roma.
“La speranza resta, ma più i giorni passano più l’eventuale riapertura del casinò si allontana… dovesse non riaprire più, per Campione d’Italia significherebbe la morte”. È il commento sconsolato di una dipendente del casinò.
Altri sviluppi
E se Campione passasse alla Svizzera?
La troviamo nella piazza antistante il Municipio che da fine luglio funge da presidio dei lavoratori del casinò che quasi due mesi si trovano a casa senza lavoro. Con lei tante altre persone. Ex dipendenti, pensionati, simpatizzanti. Tutti un po’ persi in attesa che la situazione si sblocchi. “Non possiamo dire di essere dimenticati dall’Italia – aggiunge un ex croupier – ma senza un intervento della politica romana qui non si muove più nulla. Mi dicono che qualcosa si sta facendo, ma cosa esattamente non lo so. Intanto siamo come sospesi in attesa di una decisione”.
Dalle retrovie ci giunge il rumore di pentole e padelle. “C’è gente che è costretta a venire a mangiare qui al presidio – racconta piano una pensionata ex dipendente del casinò – i croupier sono senza stipendio da un mese ma i dipendenti comunali non sono retribuiti ormai da sette mesi… mi dica lei se questo è normale”.
La solidarietà per ora tiene unito questo gruppo che cerca di reagire. Ma la notizia che i dipendenti del casinò che risiedono in Svizzera ottengono l’assegno della disoccupazione elvetica ha leggermente incrinato i rapporti: “Capisco che la situazione non sia equa, chiarisce un dipendente residente in Svizzera. Quello che possiamo fare noi residenti in Ticino è contribuire puntualmente a delle spese comuni. Ci stiamo riflettendo. Una soluzione la troveremo presto”.
Nel frattempo i soldi non incassati dal casinò sono oltre 10 milioni di euro. E Campione ora chiama Salvini e Di Maio: Lega e 5 Stelle qui nell’exclave italiana in Svizzera alle ultime politiche hanno fatto incetta di voti. Ora i campionesi attendono una risposta proprio da questi due politici.
“Non dite che siamo delusi dalle autorità italiane, suggerisce qualcuno da dietro, forse un sindacalista, altrimenti addio speranze di riapertura”. “Beh allora, continua una ragazza che stiamo intervistando, posso dire che forse sono un po’ delusa dalla mancanza di risposte dei politici… ma ci faccia questo piacere: lo faccia girare lei l’articolo o il video ai nostri politici, magari così capiscono in che situazione stiamo vivendo”.
Nel frattempo, come detto, i quasi 500 dipendenti del casinò sono a casa. A causa del dissesto finanziario presto saranno licenziati anche 86 dipendenti comunali che non percepiscono più lo stipendio da sette mesi: “Questa situazione, ci racconta un impiegato comunale, è pesante anche da un punto di vista psicologico e non solo finanziario”.
La domanda è dunque semplice e nel contempo drammatica: come può sopravvivere un comune in queste condizioni? Oltretutto il casinò municipale era quasi l’unica fonte di reddito per il comune. Ora che è fallito, anche il comune non può più far fronte ai propri doveri. L’asilo è chiuso e altri servizi sono ai minimi termini. Altri servizi ancora sono svolti su base volontaria dalla popolazione. “Il paese sta morendo”, è ormai il pensiero diffuso tra gli abitanti dell’exclave.
Il presidio si anima con il passare delle ore. Qui sono ben organizzati. La cucina è ben attrezzata come pure il bar. Ci sono i tavoli al coperto, volontari che puliscono, che servono, che cucinano… non manca proprio nulla. Ma quell’euforia iniziale a poco a poco sta lasciando il passo a una certa stanchezza.
Il paese muore
“Mi chiedo come facciano i dipendenti comunali a vivere quando non percepiscono più il salario da sette mesi… Non solo, mi chiedo come potrà sopravvivere il paese di Campione in questa situazione di dissesto finanziario totale…” Sono le parole di un campionese da generazioni cittadino dell’exclave. Chiuso il casinò, persi centinaio di impieghi, c’è ormai chi abbandona il paese e cerca fortuna in Ticino. “La Svizzera è l’unica ancora di salvezza per noi, aggiunge un giovane impiegato del casinò… In Italia non possiamo lavorare perché non guadagneremmo abbastanza per vivere a Campione: qui la vita è cara come in Svizzera. Ma anche trovare lavoro in Svizzera non è così semplice”.
In questa impasse del giovane campionese si riassume la situazione di un comune che nel più completo dissesto finanziario, attende una soluzione politica da Roma che permetta a Campione e ai suoi abitanti di risollevare nuovamente la testa. Perché come racconta uno striscione appeso sopra il presidio, “lavoro = dignità”.
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