L’accordo sui frontalieri si può disdire. E ora?
La notizia che la Svizzera può disdire unilateralmente l'accordo con l'Italia sull'imposizione dei frontalieri non sbloccherà le trattative tra i due Paesi. Secondo la perizia giuridica resa nota giovedì, per un effetto concreto servirebbe anche una disdetta parziale della Convenzione sulla doppia imposizione. Cosa succederà, allora? La Radiotelevisione svizzera RSI ha raccolto le reazioni della deputazione ticinese a Berna.
L’accordo del 1974 prevede il ristorno ai comuni italiani di frontiera -attraverso l’erario di Roma- di parte delle imposte alla fonte che essi pagano in Svizzera. Si tratta di alcune decine di milioni di euro l’anno.
Una perizia giuridica commissionata dal Consiglio di Stato (governo cantonale) ticinese all’Università di Lucerna ha stabilito che la Svizzera può sì disdire l’Accordo del 1974, ma dacché i primi 5 articoli sono parte integrante della Convenzione sulle doppie imposizioni -siglato tra i due medesimi Paesi- tali articoli continuerebbero a esplicare i loro effetti, a meno di una disdetta parziale della Convenzione.
Da una decina di anni, complici gli scudi fiscali del governo italiano, ha cominciato a essere sentita in Svizzera la necessità di ripensare l’intesa. Nel 2011, il governo ticinese tentò una prova di forza bloccando per qualche tempo il versamento di metà della quota 2010 e lo stesso ha fatto nel 2019, benché con un mini-blocco di 4 milioni.
Ma la nuova intesa parafata nel 2015, che avrebbe comportato la fine dei ristorni e permetterebbe la tassazione del frontaliere in Svizzera e in Italia, non è mai stata firmata.
La palla torna ora nel campo della politica. Il Consiglio di Stato ha trasmesso una copia dello studio al Consiglio federale (governo). Bellinzona chiede un aggiornamento sullo stato dei negoziati e di discutere eventuali altre opzioni. Pronta a scendere in campo la deputazione ticinese a Berna.
Nel servizio RSI, le interviste ai consiglieri agli Stati (deputati alla camera alta) Marina Carobbio e Marco Chiesa e al consigliere nazionale (membro della camera bassa) Rocco Cattaneo, in rappresentanza di tre schieramenti politici.
+ Accordo tra la Svizzera e l’Italia relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieriCollegamento esterno
+ Convenzione tra la Svizzera e l’Italia per evitare le doppie imposizioniCollegamento esterno
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