Dumping salariale, “le misure ci sono, vanno applicate”
La direttrice dell'istituto federale SECO Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch loda gli interventi del Ticino nella lotta agli abusi
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Dumping salariale? “Gli strumenti per combatterlo ci sono; bisogna però applicarli quando si verificano degli abusi”. Parola di Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch.
In una lunga intervista concessa a Modem (ascolta l’audio) lunedì mattina, la direttrice della Segreteria di stato dell’economia ha affrontato stamane il tema, delicato, della la libera circolazione delle persone. Per le imprese svizzere – ha ribadito – la libertà di movimento dei lavoratori resta importantissima, perché “c’è necessità di manodopera, soprattutto specializzata”.
Ma la pressione sul mercato del lavoro in Ticino e in altre regioni di frontiera – ha poi ammesso – “nessuno la nega”. In passato la Seco l’ha sottovalutata? “Forse”, ha concesso Ineichen-Fleisch, per la quale le misure d’accompagnamento oggi sono comunque sufficienti.
“Di più non ce ne vogliono; se mai, bisogna però applicarle” e il Ticino – ha giudicato la segretaria di Stato all’economia – lo sta facendo in modo “quasi esemplare”: un quarto delle multe inflitte in Svizzera in questo ambito, lo sono a sud delle Alpi.
Di fronte alla minaccia di una “lombardizzazione” dell’economia, un richiamo Ineichen-Fleisch lo ha poi lanciato anche agli imprenditori: “devono prendersi le loro responsabilità, devono dare salari che corrispondono agli usi locali”.
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