Frontalieri, “la mancata firma mina la nostra credibilità”
La “lunga attesa” della firma dell’accordo fiscale sui frontalieri da parte del governo italiano “mette a repentaglio la credibilità delle autorità di entrambi i paesi”.
Lo ha affermato il ministro degli Affari esteri Ignazio Cassis alla quinta edizione del Forum per il dialogo tra l’Italia e la Svizzera in corso a Genova, dove il capo della diplomazia elvetica ha avuto colloqui con la ministra per gli Affari regionali Erika Stefani e il sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi.
All’incontro, che ha lo scopo dichiarato di incrementare le relazioni e di coordinare le strategie economiche e politiche tra i due paesi confinanti, Ignazio Cassis non ha nascosto l’irritazione della Confederazione per le tergiversazioni di Roma su un’intesa di massima raggiunta nel dicembre del 2015.
Ma su questa questione, vista l’assenza nella suggestiva cornice di Palazzo Ducale del suo omologo Enzo Moavero Milanesi e l’eterogeneità dei suoi interlocutori, il capo del Dfae non ha potuto ottenere significative risposte.
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Ma si è trattato dell’unica nota dissonante all’apertura del Forum nel quale tutti i partecipanti hanno convenuto sull’esigenza di moltiplicare le sinergie tra Italia e Svizzera nei quattro ambiti di riflessione, vale a dire Trasporti e infrastrutture, turismo, scienza e tecnologia e continente europeo. Riguardo al primo argomento la ministra Erika Stefani ha osservato che “il tema dei trasporti è un tema che continuiamo a condividere” e sul quale “avvertiamo oggi il bisogno di un più aggiornato coordinamento delle nostre politiche”.
Mentre il viceministro Edoardo Rixi, che ha ricordato come il decreto sblocca-cantiere di prossima pubblicazione imprima “un’accelerazione riguardo alle opere sul corridoio Reno-Alpi”, ha sottolineato come “il governo sia disponibile ad aprire un tavolo di confronto con la Confederazione” in vista della messa a punto di un memorandum con orizzonte post 2020.
E di questa strategia il sistema portuale ligure, in via di potenziamento dal profilo infrastrutturale e viario, costituisce un asse portante cui guarda con interesse anche la Svizzera. Oggi, ha sentenziato il sottosegretario del Ministero dei trasporti, “l’Italia ha l’ambizione di diventare una grande base logistica per l’Europa Centrale” e “il mare della Svizzera”.
Trasferimento delle merci
Da parte sua la Confederazione, ha rilevato sempre Ignazio Cassis, ha investito oltre 21 miliardi di euro dagli anni ’80 per trasferire il traffico merci dalla strada alla ferrovia e con l’inaugurazione tra poco più di un anno della galleria di base del Monte Ceneri “apriremo tutto il corridoio transalpino”.
Sulla bontà delle intense relazioni tra Italia e Svizzera, in particolare quelle di tipo economico, si è soffermato Lucio Caracciolo della rivista di geopolitica Limes che è tra i promotori del Forum. L’interscambio tra i due Stati è stimato intorno ai 32 miliardi di euro: il Belpaese è infatti il terzo partner commerciale della Svizzera con quest’ultima che rappresenta il sesto mercato d’esportazione per l’Italia, “davanti a Cina e Russia”, ha indicato la ministra Erika Stefani.
Intenso interscambio commerciale
E sull’altro fronte Ignazio Cassis ha evidenziato che “importiamo dall’Italia di più di quanto viene esportato” e “gli investimenti elvetici nella penisola sono quattro volte” quelli provenienti dalla direzione opposta. E in questo senso la Confederazione contribuisce in maniera significativa “alla creazione di posti di lavoro” nella Penisola.
Un altro aspetto che mette in rilievo l’importanza dei rapporti italo-svizzeri su cui però, ha sostenuto il politologo Lucio Caracciolo, non si intravede ancora “un sufficiente riscontro a livello di media”.
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