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Frontalieri, Berna disposta a comunicare i loro salari a Roma

Lunga colonna di veicoli a un valico doganale elvetico.
Scambio di informazioni sui salari dei frontalieri, la proposta del Governo messa in consultazione. Keystone / Jean-Christophe Bott

Proposta di legge del Governo federale per consentire lo scambio di informazioni sui redditi della manodopera transfrontaliera previsto dagli accordi bilaterali stipulati recentemente con Roma e Parigi.

Il Consiglio federale, che ha messo a punto la base legale indispensabile per dar seguito alle comunicazioni reciproche concordate negli accordi fiscali stipulati con Italia e Francia, ha avviato la consultazione con le cerchie interessate che si concluderà il prossimo 27 settembre.

La premessa necessaria a questo intervento governativo è il fatto che nel dicembre del 2020 la Svizzera e l’Italia hanno sottoscritto le nuove regole per l’imposizione dei frontalieri, entrate in vigore lo scorso 1° gennaio 2024, ponendo fine – per i nuovi assunti – alla tassazione esclusiva della Confederazione.

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Personale medico.

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Tassa sulla salute, la Svizzera nega i dati dei frontalieri

Questo contenuto è stato pubblicato al Fa fatica a trovare un’applicazione la tassa sulla salute che dovrebbero pagare i vecchi frontalieri per partecipare al finanziamento del servizio sanitario nazionale italiano. La Svizzera per ora nega i loro dati ma la Lombardia ha pronto un “piano B”.

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Le lavoratrici e i lavoratori frontalieri italiani soggetti al nuovo regime fiscale (assunti successivamente all’entrata in vigore delle nuove norme) vengono quindi tassati anche dall’Agenzia delle Entrate che a questo fine avrà accesso ai dati salariali di questa categoria di contribuenti.

Come indicato, del resto, dall’accordo citato, che prevede uno scambio automatico e reciproco delle informazioni necessarie ai fini dell’imposizione nello Stato di domicilio della manodopera transfrontaliera.

Telelavoro dei frontalieri francesi

Nel contempo anche Svizzera e Francia, nel giugno del 2023, hanno siglato un’intesa sul telelavoro che contempla un analogo scambio automatico e reciproco delle informazioni sull’imposizione delle e dei salariati attivi professionalmente nell’altro Paese firmatario dell’accordo (attualmente pendente in Parlamento).

Due pesci, uno italiano e l'altro svizzero, che si contendono i lavoratori frontalieri.

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Le conseguenze del nuovo accordo sui frontalieri

Il 17 luglio 2023 è entrato in vigore il nuovo accordo italo-svizzero sull’imposizione dei frontalieri. A partire da questa data, questa categoria di lavoratori e lavoratrici si divide in “nuovi” e “vecchi” frontalieri. Con una serie di articoli abbiamo cercato di capire cosa comporti questa distinzione e, in generale, cosa cambi con il nuovo accordo.

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Nello specifico il Governo propone la creazione di una nuova legge federale che regoli lo scambio automatico di informazioni sui salari tra la Svizzera e lo Stato con cui è stato stipulato un trattato internazionale in ambito fiscale.

Un progetto che presuppone e regola la trasmissione di informazioni tra le autorità fiscali cantonali e l’Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC). Dati che verranno poi consegnati alle autorità estere in base alle modalità concordate.

Su questa vicenda il Governo aveva recentemente emanato, il 1° marzo scorso, un messaggio concernente la legge federale sull’imposizione del telelavoro in ambito internazionale, secondo cui i datori di lavoro devono presentare alle autorità di tassazione un’attestazione sui dati salariali delle e dei loro dipendenti che non sono domiciliati in Svizzera (qualora, beninteso, questo onere sia contemplato da un accordo internazionale firmato da Berna). L’argomento è attualmente al centro dei dibattiti parlamentari alle Camere federali.

Questioni aperte

Restano naturalmente diverse questioni aperte, che riguardano in particolare i rapporti con Roma che il comunicato non menziona. La prima riguarda l’analoga intesa, raggiunta proprio negli scorsi giorni, dai due ministri delle finanze Karin Keller-Sutter e Giancarlo Giorgetti che consente una quota di telelavoro anche per le e i frontalieri italiani in Svizzera, seppure in misura minore (25%) rispetto a quelli provenienti dalla Francia (40%).

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Lunga colonna di auto al valico di Chiasso.

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Telelavoro per i frontalieri, ora c’è la firma

Questo contenuto è stato pubblicato al Dal prossimo mese di gennaio le e i dipendenti pendolari residenti in Italia potranno svolgere fino a un quarto della loro attività professionale al proprio domicilio senza variazioni a livello fiscale.

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C’è da immaginare che una volta che si concretizzerà il protocollo d’intesa lo scambio di dati servirà anche ai fini dei conteggi del lavoro a distanza da parte di questo segmento di contribuenti italiani/e.

Informazioni sui salari del frontalieri tassati solo dalla Svizzera

Più complicato si presenta invece il tema della controversa tassa della salute, cui dovrebbero essere soggetti i e le frontaliere a cui si applica il vecchio (e più favorevole) regime fiscale, che sta suscitando una mobilitazione continua di lavoratori e lavoratrici, organizzazioni sindacali ai due lati del confine e amministrazioni locali di ogni colore politico.

Il balzello, introdotto dall’ultima legge di bilancio varata dal Governo italiano, dovrebbe essere riscosso dalle Regioni a partire dal prossimo anno, allo scopo di incrementare i redditi del personale sanitario che nella fascia di confine è attratto dagli ospedali d’oltre frontiera.

Uno degli aspetti più controversi della vertenza riguarda infatti il prelievo – tra il 3% e il 6% – sui salari erogati dai datori di lavoro elvetici, che in base al vecchio accordo bilaterale (tuttora valido per questa categoria di contribuenti) non è di competenza del fisco italiano.

Controversa tassa sulla salute

In proposito il Governo svizzero, sollecitato da più parti (parlamentari, imprenditori e sindacati svizzeri), sta effettuando approfondimenti di natura giuridica sulla liceità e conformità della tassa introdotta dal Governo Meloni con i patti internazionali concordati con Roma.

C’è quindi da chiedersi come il progetto di legge sullo scambio di informazioni sui salari, emanato oggi dal Consiglio federale, si posizioni nella potenziale vertenza che lo contrappone con Roma in relazione alla citata tassa sulla salute.

Una vicenda che coinvolge circa 93’000 pendolari italiani, in buona parte residenti in Lombardia, per i quali le discussioni e gli approfondimenti, anche a livello internazionale, sono tuttora in corso.

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