Mentre sono in corso le delicate trattative italo-svizzere per rinnovare l’accordo del 1974 sui frontalieri la competente commissione del Consiglio Nazionale ha bocciato le tre iniziative ticinesi sul tavolo. Dopo gli Stati anche la Camera del popolo è contraria quindi alla disdetta dell’accordo sui frontalieri del ’74, i contingenti e lo statuto speciale per il Ticino per mitigare le ricadute negative della libera circolazione.
“Visto che la Svizzera e l’Italia sono già riuscite a trovare un’intesa sui principali punti di una nuova convenzione, la maggioranza della commissione ritiene poco opportuno denunciare l’accordo in vigore”, precisa il comunicato dell’organo parlamentare.
Intanto, sempre in tema di frontalieri, sta suscitando un certo stupore in Ticino un documento governativo ufficiale a Roma in cui si minimizzano gli effetti sul mercato del lavoro ticinese dei 62’000 frontalieri lombardi e piemontesi attivi nella Confederazione.
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