Verbano e Ceresio, sei punti ancora inquinati
La Goletta dei Laghi di Legambiente ha sondato per il tredicesimo anno i principali bacini della Lombardia. Su una trentina di punti campionati, in oltre metà ha rilevato una cattiva qualità batteriologica delle acque.
Ben 14 punti su 29 (di cui 4 sul Verbano e 2 sul Ceresio) risultano fortemente inquinati: i valori di Escherichia coli e/o enterococchi intestinali sono almeno il doppio dei valori limite fissati dalle normative. In altri due luoghi si riscontra un superamento semplice.
I campionamenti e le analisi microbiologiche (effettuate in Lombardia tra fine giugno e metà luglioCollegamento esterno) non sostituiscono i controlli ufficiali né assegnano patenti di balneabilità (competenza, a Varese e Como, della ATS InsubriaCollegamento esterno).
Negli anni, grazie anche alla collaborazione dei cittadiniCollegamento esterno, hanno però consentito di individuare diversi punti dove la contaminazione batterica di origine fecale è oltre i limiti di legge a causa di cattiva o mancata depurazione.
I “malati cronici” di Verbano/Ceresio
Tipicamente, si tratta di foci di canali o torrenti e il problema, più che nei comuni lacuali, risiede nell’entroterra del quale il corso d’acqua raccoglie i reflui: infrastrutture di depurazione vetuste o mal funzionanti, e talvolta veri e propri scarichi abusivi.
Da quest’anno, Goletta si concentra sui “malati cronici”: il numero di punti monitoraggio non è più stabilito in rapporto ai chilometri di sponda; si campionano invece le acque di punti più instabili o dove si attende un miglioramento.
Le misurazioni sul lago di Varese, ad esempio, sono interrotte e non riprenderanno fino a quando non si avrà notizia di interventi sul sistema fognario o sugli sfioratori di piena che possano influire sui risultati.
Miglioramento su scala regionale
Quel che si può evidenziare, oltre che il numero di “sorvegliati” in Lombardia è diminuito, è che 10 luoghi nei quali la presenza di batteri fecali è risultata entro i limiti nel 2018, l’anno scorso erano inquinati.
Nonostante il sensibile miglioramentoCollegamento esterno, i laghi non hanno ovunque raggiunto lo “Stato ecologico buono” previsto dalla direttiva europea 2000/60Collegamento esterno. Stato pregiudicato dai livelli di fosforo e azoto, spinti verso l’alto dal carico organico delle acque immesse.
A livello nazionale, riferisce Legambiente, il 40% dei bacini lacustri si trova in uno stato di qualità insufficiente rispetto ai traguardi proposti dalle direttive europee, mentre il 41% non è classificato.
Inquinamento da (micro-)plastiche
Da tre anni, Goletta dei Laghi monitora anche l’inquinamento da micro particelle di plastica delle dimensioni da 0,3 a 5 millimetri. Possono avere origine primaria, ad esempio fibre tessili, o derivare dalla disgregazione di rifiuti più grandi.
Lo strumento utilizzato da Goletta è sostanzialmente una rete a strascico. Quel che rimane incagliato (insieme a campioni di sedimenti sabbiosi o ciottolosi prelevati sulle spiagge) è inviato per analisi all’EneaCollegamento esterno (Agenzia nazionale per le nuove, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile).
Sulle microplastiche, non ci sono ancora parametri normativi. Non se ne conosce neppure bene l’effetto a lungo termine sull’ecosistema e sulle persone, per quanto costituiscano un pericolo di portata globale.
Di certo, si sa che sono sempre più disperse nel terreno e nelle acque, e che l’ingestione e l’accumulo nella catena alimentare crea un danno diretto agli organismi marini e lacustri, anche per gli additivi contenuti nella plastica.
Un’altra certezza, è che su questo punto incidono molto i comportamenti individuali [cfr. video sopra]. Per saperne di più: Dossier microplastiche nei laghi e nei fiumi, LegambienteCollegamento esterno
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