Tra i lavoratori più colpiti ci sono le donne, i frontalieri e i giovani laureati. E preoccupa anche il fenomeno della sostituzione di manodopera locale
L’unione sindacale Ticino e Moesa chiede più volontà politica per rafforzare le misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone. Giovedì ha presentato un’analisi che mostra la preoccupante diffusione del dumping salariale.
L’analisi mostra che in Ticino dal 2006 al 2012 il salario mediano delle fasce di reddito più basse è calato. Dai 3’134 franchi lordi mensili del 2006 ai 3’106 franchi del 2012. Ma sono scesi i salari anche nelle fasce medio basse. Tra i lavoratori più colpiti dal dumping le donne, in generale, i frontalieri e i giovani laureati.
Una tendenza che facilita il fenomeno della sostituzione di manodopera locale. Laddove sono in vigore dei contratti collettivi di lavoro si osserva la crescita di personale con bassi livelli di qualifica e salario. La fotografia che non tiene conto degli ultimi due anni e delle conseguenze del superfranco.
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