Il lupo attacca nell’Alto Varesotto
Documentata una predazione alle pendici del Monte Lema, la prima confermata nella provincia confinante con la Svizzera. Confagricoltura e allevatori chiedono soluzioni.
È stata registrata la prima predazione da lupo in provincia di Varese, almeno quella riconosciuta ufficialmente con tanto di verbale delle autorità regionali. Il predatore ha sbranato due capre a Dumenza, sotto il Monte Lema, nella tenuta dell’Agristurismo “Il Roccolo”, gestito dalla famiglia Brancher.
Sia chiaro, qualche episodio sospetto, orme strane e un insolito timore da parte delle greggi a lasciare le stalle, hanno insospettito un po’ tutti gli allevatori della cintura di territorio che dal Gambarogno arriva al Lema, sul territorio italiano.
Si sono preoccupati nel leggere della presenza dei lupi a Indemini, a pochissimi chilometri dalle loro stalle e non a caso avevano già lanciato un grido di allarme alle autorità chiedendo un tavolo di discussione tra enti e allevatori, guardando magari anche alle soluzioni messe in campo nella Confederazione.
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Qualcuno si è munito di cani da guardia, nel frattempo, ad altri è stato consigliato di recintare le aree: suggerimento impossibile da cogliere vista l’orografia del territorio e la vastità delle proprietà.
A scendere in campo accanto agli allevatori e agricoltori, lunedì in un summit con loro in valle, è stata Confagricoltura Varese, associazione di tutela della categoria.
Costoro lamentano di essere stati inascoltati dagli enti superiori statali dal momento che il primo allarme lo lanciarono ben sei anni fa e chiedono ora alla politica, alle autorità, soluzioni incisive per non far morire questi territori e non sfiancare gli allevatori che definiscono “eroici” per la loro volontà di andare avanti in un momento storico come questo.
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Nessuno usa la parola “abbattimenti”, ma ribadiscono con forza che questi predatori vanno contenuti. Comprendono bene che il tema è delicato. “Chiediamo alle autorità, alla politica di lavorare per un contenimento del lupo – riferisce il presidente di Confagricoltura Varese, Giacomo Brusa – per non creare ciò che è avvenuto con i cinghiali cresciuti a dismisura”.
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