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In un futuro molto prossimo, si potrà evitare il traffico con l’aero-taxi

Un Lilium Jet sorvola un centro urbano.
Un drone di questo tipo, oltre al pilota, può trasportare quattro passeggeri con altrettante valigie. ©Lilium

La città di Varese ha presentato negli scorsi giorni un progetto per costruire il primo vertiporto del Paese, ossia una stazione per droni. Mezzi sviluppati per rendere il trasporto di persone nettamente più veloce. Una tecnologia su cui punta anche una società di Lugano.

Vertiporto è un termine sconosciuto ai più ma che presto potrebbe entrare nell’uso comune delle persone. Si tratta di un aerodromo senza pista, attrezzato per il decollo e l’atterraggio verticale di velivoli come elicotteri e droni che trasportano persone. Questi mezzi sono noti in aeronautica con l’acronimo VTOL (dall’inglese Vertical Take-Off and Landing), ma nel linguaggio comune, droni di questo tipo, vengono anche chiamati aero-taxi o taxi volanti.

Negli ultimi tempi se ne sta parlando molto perché, qualche giorno fa, il 22 agosto, a Varese è stato presentato un avanguardistico progetto di fattibilità per la realizzazione di un’infrastruttura simile proprio nella città lombarda.

Il vertiporto è in sostanza una stazione per aero-taxi (che si presume saranno elettrici e a emissioni zero) destinati al trasporto di merci o persone. Uno sviluppo della viabilità che permetterebbe di sfruttare l’aria per brevi spostamenti da una città all’altra e da una regione all’altra. Creando così un’alternativa più veloce alle arterie stradali o ferroviarie già congestionate come quelle sui confini italo-svizzeri in orari di punta oppure in direzione dell’aeroporto Milano-Malpensa.

progetto del vertiporto di Varese
Progetto del vertiporto di Varese. ©Comune di Varese

Una metropolitana dei cieli

Il progetto presentato gli scorsi giorni prevede quattro punti di decollo per questa sorta di taxi, posizionati sul tetto di una struttura che dovrebbe inoltre ospitare anche un parcheggio da 260 posti, spazi commerciali, ristoranti, postazioni per spazi di lavoro condiviso.

“L’obiettivo è quello di creare una sorta di metropolitana dei cieli con fermate qui, a Malpensa e anche in Ticino”, ha spiegato il sindaco di Varese Davide Galimberti in occasione della presentazione ufficiale. Tra le sedi plausibili per creare una struttura analoga al di qua del confine è stato citato l’aeroporto di Lugano Agno.

Il direttore generale di quest’ultimo, Davide Pedrioli, interpellato dal Corriere del TicinoCollegamento esterno, smorza però l’entusiasmo: “È un’opportunità, ma è un mercato ancora ridotto per i costi e per le limitazioni di una tecnologia non abbastanza matura”.

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In Lombardia si è cominciato a discutere della creazione di un vertiporto alla fine del 2021Collegamento esterno. Nel 2022 c’è poi stato un primo incontro tra i vertici di SEA, la società che gestisce l’aeroporto di Malpensa, il sindaco di Varese e quelli di diversi comuni ticinesi come Chiasso, Mendrisio, Locarno e Bellinzona. Del resto, dei 26 milioni di passeggeri che annualmente transitano da Malpensa (dato del 2019), un milione proveniva dal cantone italofono.

Varese ha iniziato subito a muoversi, arrivando ora a presentare un progetto in tal senso. Da un’intesa siglata dal Comune di Varese e Ferrovie dello Stato Sistemi Urbani (Gruppo FS Italiane) è stata individuata la zona dove si pensa possa sorgere il vertiporto. Si tratta del comparto a ridosso della stazione ferroviaria varesina.

I costi dell’operazione non sono ancora del tutto definiti e la realizzazione della proposta sicuramente non inizierà prima del 2026.

Non solo Varese

Un’altra tratta italiana di questo tipo, di cui si parlaCollegamento esterno da qualche anno, è quella che collegherebbe l’aeroporto di Roma Fiumicino alla stazione ferroviaria di Termini, nel centro della capitale italiana.

Il viaggio durerebbe 10 minuti, a un costo stimato tra 100 e 140 euro. Lo stesso tragitto in auto richiede invece più o meno un’ora. Ma la nuova tecnologia ha suscitato l’interesse anche di città come Torino, Venezia, Bari e Cortina.

Abbattimento dei costi

Della versione aerea dei taxi si è iniziato a fantasticare da quando, nel 2019, l’azienda statunitense Boeing rese pubbliche le immaginiCollegamento esterno dei modelli su cui stava facendo delle prove. Il settore è poi diventato ancor più interessante negli ultimi tre o quattro anni, grazie alla riduzione del costo delle batterie dei VTOL.

Queste ultime sono state al centro di notevoli sviluppi tecnologici, tanto da abbassare notevolmente il costo complessivo dei taxi volanti.

Questo tipo di droni hanno inoltre spese di manutenzione nettamente minori rispetto agli elicotteri. E lo stesso vale per i consumi, oltre a vantaggi legati alla sicurezza.  

L’accordo stipulato con Lugano

Tra le aziende che hanno investito nella produzione di aero-taxi, figura anche la tedesca Lilium. Nel maggio del 2023, quest’ultima ha annunciato la firma di un accordoCollegamento esterno con Air-Dynamic SA, società luganese che propone voli con jet privati ​​ed elicotteri.

L’intesa prevede la consegna alla fine del 2026 di un massimo di cinque dei suoi Lilium Jet grazie ai quali l’azienda con sede in Svizzera potrà ampliare la propria flotta di mezzi aerei con cui già ora trasporta privati in Svizzera, Italia, Costa Azzurra o sulle Alpi francesi.

Raffaella Meledandri, CEO di Air-Dynamic, ci conferma queste tempistiche e anche lo scetticismo riscontrato dai vertici dell’aeroporto di Lugano Agno. Quest’ultimo rappresentava infatti la prima scelta di ubicazione per un vertiporto in territorio ticinese.

“Diversi gruppi di lavoro sulla creazione dei vertiporti stanno lavorando assiduamente”, spiega Meledandri. “Ravvisato il mancato interesse di Lugano Agno, abbiamo guardato altrove e il progetto sta trovando terreno fertile in una realtà che per noi è altrettanto interessante, ossia Campione d’Italia”.

“Per costruire un vertiporto non servono grandi lavori, basta lo spazio per parcheggiare i droni e le strutture di ricarica. Tutto ciò verrebbe messo a disposizione dal comune enclave e permetterebbe di fornire ai e alle clienti di Lugano e dintorni un servizio di trasporto in grado di arrivare fino a Malpensa in 20-25 minuti”.  

Oltre a Campione d’Italia, continua la CEO, è stato riscontrato un “interesse politico confermato” anche da parte del Vallese e in particolar modo dalla regione di Zermatt. Un altro gruppo di lavoro è nel frattempo in fase di contatto con potenziali interessati nel territorio di Zurigo.

Fino a quattro passeggeri per un volo a 250 chilometri orari

Le diverse aziende che sviluppano le tecnologie dietro a questi droni stanno studiando vari tipi di prototipi, con uno o più posti, con un pilota presente o remoto. Come si vede dalle immagini, il Lilium Jet non ha l’aspetto di un drone ma piuttosto di un piccolo aereo, con la particolarità del decollo verticale. Oltre al pilota, può trasportare fino a quattro tra passeggere e passeggeri e qualche bagaglio.

Il mezzo in questione viaggia a 250 chilometri orari e si ricarica in 20/30 minuti, racconta ancora l’amministratrice delegata di Air-Dynamic. Sfrutta la potenza di 36 motori elettrici (si pensi che su un aereo ce ne sono due), ciò ne aumenta la sicurezza dal momento che il rischio che uno vada in avaria non preclude il volo. “Non da ultimo, anche l’inquinamento acustico è quasi nullo”.

Non solo per ricchi

In attesa che i velivoli vengano costruiti e consegnati, la società luganese è attiva nel marketing e nella promulgazione del prodotto sul territorio e nelle fiere di settore.

La comunicazione, asserisce Meledandri, non è indirizzata unicamente a una clientela elitaria. Certo, non sarà un percorso che tutti potranno fare ogni giorno. “Ma un viaggio Campione-Malpensa, percorso in circa una ventina di minuti con la piena occupazione del mezzo, costerebbe tra i 200 e i 250 franchi. Corrisponde a quanto costa un taxi vero, ma in meno della metà del tempo e senza il rischio di imbottigliamento”.  

Ai diffidenti, l’amministratrice delegata di Air-Dynamic infine dice: “Non bisogna avere paura delle innovazioni perché altrimenti non si può guardare al futuro. Ogni cosa che si sviluppa, ci mette il suo tempo ed è un’offerta complementare a quelle già esistenti. Perché non sfruttare anche queste vie del cielo ed evitare le macchine?”.

Normative ancora in divenire

Ma se da una parte, la tecnologia che sta dietro i taxi volanti sta correndo velocemente; dall’altra, il quadro normativo in cui questi mezzi andranno inseriti, va un po’ più lentamente.

L’Ufficio dell’aviazione civile (UFAC) dedica per ora solo poche righeCollegamento esterno all’argomento e si limita a scrivere: “L’approccio utilizzato per garantire la sicurezza di questi voli sarà molto simile a quello utilizzato per l’aviazione con equipaggio. Per questo motivo, questi velivoli dovranno sempre essere certificati (cioè avere un certificato di tipo e un certificato di aeronavigabilità), l’operatore UAS avrà bisogno di un’autorizzazione di operatore aereo rilasciata dall’autorità competente e il pilota remoto dovrà essere in possesso di una licenza di pilotaggio”.

Da noi interpellato, il portavoce dell’UFAC Antonello Laveglia aggiunge che non si tratta di una regolamentazione nazionale ma ne è in preparazione una livello europeo. “Oltre alla certificazione dell’apparecchio, vi sono altri aspetti che dovranno essere definiti/regolamentati”, scrive ancora Laveglia.

Tra questi: la manutenzione, le procedure operative, l’eventuale infrastruttura necessaria: “il concetto di vertiporto – ricorda il portavoce – finora non esisteva”.

Per quanto concerne le tempistiche ipotizzate da produttori e fornitori dei servizi, riguardo a un inizio dei voli per la fine del 2026, l’UFAC resta cauto: “È difficile per noi dire se i tempi indicati siano plausibili”.

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