Rifugiati, il Ticino chiama Berna alla cassa
L’aumento dei migranti registrato alla frontiera sud ha fatto lievitare i costi per il Ticino che ora intende chiamare alla cassa la Confederazione. È quanto ha illustrato oggi il Consiglio di Stato nel rituale incontro al palazzo delle Orsoline con la Deputazione ticinese a Berna, alla vigilia della sessione parlamentare di primavera.
“Intendiamo sensibilizzare i deputati sul problema delle spese sostenute per i richiedenti asilo”, ha sottolineato il presidente annuale del governo ticinese Paolo Beltraminelli. Del resto “la Confederazione apprezza molto il nuovo centro di Rancate” che “il Cantone ha voluto offrire” per contribuire alla soluzione della questione. Proprio riguardo alle modalità di finanziamento della struttura, per le quali sono in corso approfondimenti da parte dei servizi federali, Bellinzona evidenzia che “5 milioni di franchi sono assunti dal Ticino” ma “sono insufficienti a coprire i costi”, ha sostenuto Beltraminelli.
La fattura per i cantoni
A preoccupare le autorità cantonali è soprattutto l’ambito dei minorenni non accompagnati, aumentati da 500 a 3’000 negli ultimi due anni, per i quali non sono previsti sostegni specifici da Berna. La Confederazione versa 1’500 franchi per ogni rifugiato minorenne ma per vitto e alloggio la fattura individuale è di 3’200 franchi, cifra che sale a 4’100 se si aggiungono le spese per la loro istruzione.
“I minorenni che hanno ottenuto il diritto d’asilo raramente vengono rimpatriati – osserva il presidente del governo cantonale – e l’investimento per la loro formazione li aiuta nella ricerca del lavoro”. Soprattutto alla luce del fatto che “il 75% dei richiedenti ammessi sono a carico del sostegno sociale”, che compete solo per 5 anni alla Confederazione (durata che i cantoni vogliono estendere a 7 anni).
Un secondo tema discusso tra parlamentari ticinesi alle Camere ed esecutivo cantonale è stato quello delle navigazione sui laghi Verbano e Ceresio, per i quali si intende migliorare l’offerta soprattutto (ma non solo) a fini turistici, così come stabilito nel memorandum d’intesa firmato nel maggio scorso dai ministri Doris Leuthard e Graziano Delrio.
Navigazione nei laghi italo-svizzeri
Le concessioni alle due società (l’italiana Navigazione Lago maggiore e l’elvetica Società Navigazione del Lago di Lugano) sono state rinnovate per 10 anni a inizio gennaio ma è ipotizzabile l’ingresso di nuovi soggetti privati che potranno contribuire a potenziare il servizio e la mobilità tra le sponde dei due laghi. Le Camere federali esamineranno nelle prossime settimane la revisione della legge sulla navigazione.
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