Frontalieri, attenzione alle promesse sulle tasse
Il sindacato OCST denuncia l'operato in Ticino di alcuni intermediari assicurativi, che prometterebbero ai lavoratori frontalieri il recupero parziale o totale dell'imposta alla fonte pagata in Svizzera, informandoli in maniera incompleta. I broker respingono le accuse.
Sono stati gli stessi lavoratori, a segnalare all’Organizzazione cristiano-sociale ticinese di aver ricevuto tali offerte.
Diana Camenzind, della sede locarnese del sindacato, spiega che ottenere la correttiva d’impostaCollegamento esterno -possibile se almeno il 90% del reddito è conseguito in Svizzera- bisogna, in sostanza, non possedere una casa in Italia poiché questa “vale come reddito”. Inoltre, a fare testo, non è il guadagno del singolo lavoratore, ma quello dell’intera famiglia.
“Nello specifico”, spiega il broker Enrico Parenti, “gli eventuali altri redditi al di fuori della Svizzera” non devono superare il 10% del reddito realizzato qui. Altrimenti, la richiesta di restituzione è possibile “solo con determinate specifiche, come ad esempio il pagamento di alimenti”.
Scambio d’informazioni
Parenti respinge le accuse di malafede, anche per quanto riguarda il terzo pilastro, che gli intermediari assicurativi consiglierebbero di stipulare dicendo che in Italia può non essere dichiarato in Italia.
“Questo è falso”, chiarisce il broker. “In ogni caso, al momento in cui uno riscatta il capitale ha comunque l’obbligo di dichiararlo all’Ufficio delle imposte”, e “con lo scambio automatico l’informazione arriverebbe al Fisco italiano”.
In generale, sintetizza Diana Camenzind, si consiglia ai lavoratori cui venisse proposta una polizza di portarla a casa, rileggerla bene e se possibile farla controllare da qualcuno del mestiere.
Si attendono i pareri dell’autorità di vigilanza sui mercati finanziaria FINMA e del Cantone Ticino, contattati in merito dall’OCST.
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