La discesa libera della discordia tra Zermatt e Cervinia
La vendono come la gara ad altitudine più elevata del calendario di Coppa del Mondo di sci. Si tratta della “Matterhorn Cervino Speed Opening”, la prima competizione di discesa libera transfrontaliera che da Zermatt e porta a Cervinia. Il tracciato passa sul ghiaccio del Teodulo (Théodule) che in questi giorni è teatro di un cantiere molto criticato. Due organizzazioni ambientaliste intendono presentare una richiesta per bloccare i lavori.
Zermatt e Cervinia più che separate sono sempre più unite dal Cervino. Lo scorso luglio le due località montane sono state collegate da una funivia. Il nuovo collegamento renderà quest’inverno il comprensorio sciistico di Zermatt-Cervinia il secondo più grande al mondo, con ben 540 chilometri di piste.
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Il prossimo 11 novembre verrà inaugurata ufficialmente, con una gara di Coppa del mondo di sci, la discesa libera transfrontaliera che ancora una volta unisce le due località. Il percorso lo ha disegnato il campione olimpico di discesa libera, il vallesano Didier Défago. L’inaugurazione era prevista per lo scorso anno. A causa delle temperature troppo elevate, la discesa libera era stata annullata.
Questo articolo è stato aggiornato il 18 ottobre dopo la presa di posizione di Pro Natura e Mountain Wilderness Svizzera.
La “Gran BeccaCollegamento esterno“, così si chiama il tracciato, parte dai 3800 metri di quota della Gobba di Rollin in Svizzera e arriva fino ai 2865 metri dei Laghi di Cime Bianche in Italia. Senza grandi difficoltà tecniche, la pista permette agli atleti di raggiungere velocità stimate fino a 135 km/h e sarà caratterizzato da due salti nella parte finale.
Essendo stato disegnato in alta quota, il percorso per due terzi si sviluppa sul ghiacciaio del Teodulo o Théodule. Donne e uomini scenderanno sulla stessa pista, anche se la partenza della gara femminile si trova poco al di sotto di quella degli uomini. Le gare maschili di Coppa del Mondo sono programmate per l’11 e il 12 novembre mentre quelle femminili sono previste il fine settimana seguente. A poco meno di un mese dalle competizioni, il comitato organizzativo sta lavorando sul tracciato.
“Aberrazione ecologica”
Secondo il quotidiano romando 24HeuresCollegamento esterno e il portale internet dayfr.comCollegamento esterno, si tratterebbe di “un’aberrazione ecologica. Non ci sono altre parole per descrivere ciò che si sta preparando sulle alture di Zermatt. Da settimane gli escavatori scavano il ghiacciaio del Teodulo. Le bocche metalliche divoravano il venerabile manto gelido, già ridotto in stracci brunastri dal riscaldamento”.
A puntare il dito contro il cantiere anche il quotidiano gratuito 20 Minuten che intitola il suo contributo: “Questo fa vacillare la mia fede nel buon senso”. Il giornale scrive che “non si conosce, al momento, con esattezza il percorso della gara. Però, le ruspe sono al lavoro sul Teodulo. E, a questo proposito, si sono accumulate diverse domande proprio sull’attività degli escavatori: secondo alcuni, confortati nella loro convinzione dalle foto e dai video girati in queste ore le macchine da cantiere si sarebbero spinte oltre il perimetro concordato col Comune, andando a spaccare il ghiaccio perfino in aree protette”.
Due organizzazioni ambientaliste – Pro Natura e Mountain Wilderness Svizzera – vogliono da parte loro far luce sulla vicenda e si sono rivolte all’associazione Avvocati per il clima al fine di presentare una richiesta urgente di interruzione immediata dei lavori presso la Commissione edilizia vallesana.
Interpellata sempre da 20 MinutenCollegamento esterno, la Commissione cantonale per l’edilizia ha indicato che, qualora dovessero risultare degli ampliamenti della pista non previsti, si aprirà una procedura di verifica e, in caso, sanzionatoria. Il Comune svizzero, invece, preferisce non fornire alcuna risposta. A rispondere è invece David Taugwalder, responsabile media del comitato organizzatore di Zermatt: “Abbiamo preso atto delle accuse e le respingiamo categoricamente. Non c’è assolutamente nulla da nascondere. Le autorità possono farsi un’idea. Siamo trasparenti”.
Dobbiamo dire che le stesse criticheCollegamento esterno erano state avanzate anche lo scorso anno proprio a causa della presenza degli escavatori sul ghiacciaio.
Stagione invernale troppo anticipata
Ma il tracciato sul ghiacciaio non piace neppure a tutti gli atleti. L’anno scorso fu il vicecampione olimpico di discesa libera, il francese Johan Clarey a esprimersi negativamente: “Questa prova non ha alcun senso, in particolare dal profilo ecologico”. Gli fa eco quest’anno l’altro campione francese Alexis Pinturault che ritiene inoltre che gareggiare a inizio novembre in Europa non abbia alcun senso.
Gli organizzatori sul loro sito hanno ovviamente un parare diametralmente opposto. Tra le peculiarità, scrivono, la pista è ricavata su un tracciato che al 95% è normalmente utilizzato da chi pratica lo sci durante la stagione invernale.
Per realizzare la pista da discesa non sono ovviamente stati tagliati alberi, viste le quote elevatissime, e non sono stati installate protezioni fisse dati gli ampi spazi di fuga naturale. Anche l’innevamento artificiale sarà ridotto al minimo visto che la maggior parte del tracciato è sul ghiacciaio.
“L’emergenza climatica – ribatte 24 Heures – non è una priorità per gli organizzatori della Gran Becca. Un eufemismo per dire che i soldi e la gloria sono molto più attraenti. Le loro argomentazioni sulla sostenibilità sono state spazzate via dagli esperti. Questa gara, tanto inedita quanto redditizia, frutta oltre 100 milioni di franchi solo di pubblicità”.
Non sappiano se questa cifra sia veritiera, ma già che parliamo di soldi, lasciateci concludere con una nota curiosa. Il vincitore e la vincitrice della discesa libera intascheranno ben 60’000 franchi a testa. Come abbiamo scritto, si tratta della primissima gara di Coppa del mondo di sci transfrontaliera per cui i primi laureati della “Matterhorn Cervino Speed Opening” dovranno versare l’imposta alla fonte metà da un lato e metà dall’altro lato del Cervino.
Ciò che la funivia e la gara sciistica hanno unito ci pensa il fisco a dividere. E anche l’opinione pubblica sempre più contraria ai grandi eventi sportivi poco attenti all’ambiente.
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