A Berna il Consiglio Nazionale ha approvato la riforma del lavoro distaccato che prevede un inasprimento delle sanzioni, con multe fino a 30’000 franchi, per le violazioni alle disposizioni sui salari minimi. Le nuove norme consentono inoltre alle autorità cantonali di prorogare in modo più agevole i contratti normali di lavoro – nei settori non coperti da contrattazione collettiva e esposti al rischio dumping – che fissano retribuzioni minime per i salariati.
Il voto alla Camera bassa non si preannunciava scontato, dal momento che i deputati svizzero-tedeschi dei partiti borghesi si erano dichiarati contrari a regolamentazioni eccessive del mercato del lavoro lesive, a loro giudizio, della libera concorrenza. Alla fine però hanno prevalso, con uno scarto di 24 voti, i favorevoli alla nuova legge che mira a porre un freno alle imprese estere che operano con prezzi ribassati.
Intanto in Ticino, dove domenica è stato accolto alle urne il controprogetto parlamentare contro il dumping salariale, ci si sta attivando per concretizzare la volontà popolare. E il governo cantonale ha espresso soddisfazione per il voto del Consiglio nazionale.
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