La vertenza sul casellario giudiziale ha creato fibrillazioni ma il movimento ticinese e il Carroccio minimizzano le divergenze (VIDEO)
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La storia dei rapporti tra le due Leghe – Lega Lombarda-Lega Nord e Lega dei Ticinesi – ha vissuto fasi alterne. A livello di movimento non sono mai mancati i contatti e gli apprezzamenti reciproci. Del resto non è un mistero che Giuliano Bignasca si fosse ispirato nel 1991 all’esperienza del Carroccio quando scese in politica, fondando la Lega dei ticinesi che ha mutuato molti dei concetti elaborati dal movimento autonomista lombardo.
Analoghe sono state le battaglie contro lo Stato centrale – incarnato a seconda della latitudine dai “balivi” di Berna e da Roma ladrona – e quelle contro il fisco troppo esoso e l’Europa dei burocrati. E a sancire la fratellanza tra le due Leghe hanno contribuito i ricorrenti incontri tra i due leader Giuliano Bignasca e Umberto Bossi, come quello di cui hanno riferito anche i media italiani nel marzo 2005 nell’ultima dimora di Carlo Cattaneo a Castagnola (Lugano).
Ma la vicinanza ideologica non si è sempre tradotta in identità di vedute su alcuni temi, come quello dei frontalieri che a più riprese ha costituito, soprattutto ora che i due fondatori sono usciti di scena, un insormontabile scoglio. Questi 62’000 potenziali elettori del Carroccio, residenti per lo più nelle province di Varese e Como, una volta passata la dogana si trasformano infatti in temuti concorrenti sul mercato del lavoro ticinese, contro cui si sono moltiplicate le battaglie del movimento cantonale. E le divergenze sono culminate in veri e propri strappi quando le istituzioni ai due lati della frontiera sono guidate da rappresentanti delle due Leghe.
Come è avvenuto in occasione del blocco dei ristorni ai comuni italiani di confine nel 2011 e, recentemente, nell’accesa vertenza sul casellario giudiziale richiesto in Ticino dall’aprile dello scorso anno a dimoranti e frontalieri. Nel braccio di ferro con il presidente del Governo cantonale Norman Gobbi il governatore lombardo (ed ex segretario della Lega Nord) Roberto Maroni è arrivato a minacciare lo sciopero dei frontalieri.
Ma gli Stati generali dei due movimenti si sono affrettati a smorzare i toni e, come testimoniato dai nostri due interlocutori – il senatore della Lega Nord Jonny Crosio e il capogruppo nel Gran Consiglio cantonale della Lega dei ticinesi Daniele Caverzasio – si tende a minimizzare l’episodio, attribuendo tutte le colpe alle solite lungaggini della burocrazia italiana. Del resto incombono le elezioni amministrative nella Penisola e le comunali in Ticino e non è il momento di aprire nuovi fronti.
Leonardo Spagnoli
“Accordo con la Svizzera da correggere”
Martedì la Lega Nord ha presentato una mozione urgente alle Camere per chiedere al Governo di Matteo Renzi di rivedere l’accordo fiscale paraffato con Berna. Un accordo che secondo il Carroccio penalizzerà i frontalieri e i comuni italiani di frontiera, che non riceveranno più i ristorni dal Ticino. Nell’intervista che segue le considerazioni del senatore leghista Jonny Crosio.
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