Numero di frontalieri in calo, soprattutto in Ticino
Tra luglio e settembre, il numero di lavoratori che provengono da oltre confine è sceso dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti. Il calo più sensibile riguarda i frontalieri italiani.
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tvsvizzera.it/mar
Nel terzo trimestre 2018 in Svizzera erano impiegati 312’325 lavoratori frontalieri, 2’859 in meno (-0,9%) rispetto al periodo tra aprile e giugno.
Stando alle cifre Collegamento esternopubblicate giovedì dall’Ufficio federale di statistica, rispetto allo stesso trimestre di un anno fa la variazione è stata di -0,8%. È la prima volta in vent’anni che si assiste a una diminuzione sull’arco di un anno.
Il calo riguarda tutti i paesi confinanti con la Svizzera. In percentuale, la decrescita maggiore è stata registrata tra i lavoratori italiani, con un calo dell’1,2%. I frontalieri che provengono dalla Penisola sono ora 71’388.
La maggior parte di loro lavora in Ticino, cantone che dava lavoro lo scorso trimestre a 63’144 frontalieri. Ed è proprio nel cantone a sud delle Alpi che il calo è stato più marcato: -1,6% rispetto ai tre mesi precedenti e -4,1% rispetto allo stesso periodo del 2017.
Ad assorbire la maggior parte della manodopera frontaliera è come sempre l’arco lemanico (Vaud e Ginevra), che impiega 114’832 persone, soprattutto francesi. Dalla Francia proviene anche il contingente più numeroso, pari a 169’879 persone (-1%)
In seconda posizione l’Italia, seguita dalla Germania (60’146, -0,7%) e dall’Austria (8’311, -0,1%).
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