Chiusi nove valichi di frontiera italo-svizzeri
L'Amministrazione federale delle dogane AFD ha annunciato mercoledì che 9 valichi doganali minori tra Italia e Svizzera sono sbarrati da subito, per incanalare il traffico di frontiera verso quelli principali. Di primo mattino, i lavoratori frontalieri diretti in Svizzera -gli unici autorizzati ad attraversare il confine dai decreti anti-coronavirus del Governo di Roma- avevano già affrontato attese più lunghe del solito, per i maggiori controlli sul versante italiano. Le guardie di confine elvetiche li avevano a loro volta intensificati martedì.
In conferenza stampa, il direttore dell’AFD Christian Bock ha precisato che al momento non è però possibile vietare l’entrata in Svizzera a cittadini italiani che si presentano alla frontiera. Si può solo raccomandare loro, se è il caso, di tornare indietro. Per respingerli serve un ordine del Consiglio federale (governo).
Traffico lento
Code chilometriche si sono estese fin dall’alba di mercoledì a Chiasso-Brogeda e ai valichi minori. In verità, riferisceCollegamento esterno RSI News, già la sera precedente si erano avute le prime avvisaglie di una situazione che è esplosa tra le 5.30 e le 7.30.
Alle dogane di Comasco, Varesotto e Verbano-Cusio-Ossola, le forze dell’ordine italiane hanno chiesto a ogni frontaliere di esibire l’autocertificazione sulla salute e il permesso di lavoro. Ciò poiché in Italia sono in vigore severe limitazioni agli spostamenti dei cittadini, autorizzati solo per comprovati motivi professionali, di salute o altre effettive necessità.
Passata la frontiera, restano attivi i posti di blocco effettuati nelle retrovie della polizia cantonale ticinese, chiamata da lunedì a supportare le guardie di confine, presidiando nodi stradali dove confluiscono più strade percorse dai pendolari.
La questione di un maggior controllo di chi entra in Canton Ticino dalla Lombardia e dal Piemonte, con l’eventualità di una chiusura almeno parziale delle frontiere, sarà al centro di un incontro previsto mercoledì pomeriggio a Berna tra i deputati ticinesi alle Camere federali e una delegazione del Consiglio federale (governo).
Intanto Daniel Koch, responsabile della divisione malattie trasmissibili dell’Ufficio federale della sanità pubblica UFSP, è a Bellinzona per incontrare il governo ticinese.
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