Intermodalità e più trasporti pubblici alla frontiera
La parola d’ordine è mobilità integrata e sostenibile. Ogni giorno entrano in Ticino dalla frontiera con l’Italia 92'000 veicoli, di cui 23'000 nelle ore di punta della mattina e nove auto su dieci sono occupate da una sola persona.
Per cercare di risolvere il problema del traffico transfrontaliero crescente Lombardia e Cantone Ticino hanno deciso di collaborare nell’ambito del progetto Smisto (Sviluppo della mobilità integrata e sostenibile tra Ticino e Lombardia)Collegamento esterno incluso nel programma europeo di cooperazione Interreg.
Integrazione dell’offerta e nuove infrastrutture
La proposta, cofinanziata dalla Svizzera con un milione di franchi (enti pubblici e privati) e dall’Italia con 1,7 milioni di euro (in parte attraverso fondi europei), non contiene nulla di rivoluzionario ma mira a coordinare offerte e infrastrutture esistenti ai due lati della frontiera allo scopo di rendere competitivo, soprattutto, il trasporto pubblico.
L’avvio del progetto è stato dato formalmente lunedì 25 febbraio all’Accademia di architettura di Mendrisio dove politici e amministratori locali lombardi e ticinesi hanno ribadito la volontà di mettere a punto una serie di misure concrete nei prossimi 30 mesi, nel quadro degli interventi sostenuti dal programma europeo di cooperazione transfrontaliera Interreg V-A Italia Svizzera (2014-2020).
In pratica si vuole agire per promuovere in primo luogo l’integrazione degli orari, dell’offerta e delle tariffe dei servizi pubblici sui tre vettori gomma-ferro-navigazione. In questo senso sarà estesa la comunità tariffale Arcobaleno già in vigore in Ticino che consente di utilizzare liberamente tutti i mezzi disponibili all’interno delle zone ricomprese nel titolo di trasporto acquistato.
Altri sviluppi
Un frontaliere per auto ai valichi ticinesi
Parcheggio di interscambio a Cantello
Naturalmente saranno rivisti gli orari per consentire agli utenti in transito di proseguire in modo razionale ed efficiente il percorso nelle aree a ridosso della frontiera nell’ambito dello stesso vettore, come ad esempio le linee di bus, o attraverso l’integrazione di altri mezzi, in particolare i natanti delle compagnie di navigazione che oggi svolgono soprattutto sul versante svizzero una funzione essenzialmente di tipo turistico.
Sono contemplati anche interventi di tipo infrastrutturale (adeguamento di fermate, nodi intermodali, pontili di navigazione) e programmi per incentivare la mobilità sostenibile con progetti di car-pooling e navette aziendali, agevolazioni all’utilizzo di mezzi elettrici e realizzazione di parcheggi di interscambio in prossimità delle stazioni ferroviarie.
A questo proposito l’assessore regionale al traffico Claudia Maria Terzi, che a Mendrisio ha sottolineato “l’ottimo rapporto di collaborazione tra Lombardia e Ticino”, ha ricordato la recente delibera della sua giunta con cui sono stati stanziati 500’000 euro per la realizzazione di un parcheggio allo scalo ferroviario di Cantello, sulla nuova linea Mendrisio-Varese, concepito proprio per consentire ai frontalieri diretti in Svizzera di prendere il treno prima del confine.
Una corsia car-pooling a Brusata-Bizzarone
Sul versante ticinese è stato invece annunciato dal direttore cantonale del Territorio Claudio Zali l’inaugurazione nelle prossime settimane – a titolo sperimentale e per la durata iniziale di un anno – di una corsia di 300 metri alla dogana di Bizzarone-Brusata riservata al car-pooling, vale a dire alle auto con almeno tre persone a bordo cui sarà consentito di “saltare” la coda presente negli orari di punta al valico italo-svizzero.
“Un piccolo esempio in un mare di soluzioni” lo ha definito il responsabile della sezione cantonale della mobilità Martino Colombo, che ha approfittato dell’occasione per illustrare i numeri positivi della linea transfrontaliera Mendrisio-Varese entrata in funzione nel gennaio dello scorso anno: nei primi nove mesi di attività la nuova tratta ferroviaria aveva già incrementato del 25% il numero degli utenti a 4’000 viaggiatori mensili. Treno, battelli e bus di linea dovranno insomma concorrere a ottimizzare gli spostamenti attorno alla frontiera italo-svizzera che negli ultimi decenni ha visto incrementare incessantemente i transiti nelle due direzioni.
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Un’app per decongestionare il traffico alla frontiera
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