La televisione svizzera per l’Italia

Non convince il “concorsone” insubrico per gli infermieri

Infermieri
Immagine d'archivio. KEYSTONE/DPA/Frank Molter

La ricerca di professionisti per gli ospedali lombardi di Varese, Como e Busto Arsizio non ha prodotto i risultati sperati: per 306 posti si sono iscritte 150 persone ma si sono presentate in 93.

Al concorso unificato per infermieri promosso dall’azienda socio sanitaria territoriale Lariana (ASST) in collaborazione con le altre ASST del territorio della regione di frontiera- Valle Olona e Sette Laghi, ed Agenzia per la Tutela della Salute Insubria (ATS)- sono state presentate 150 domande. I posti messi a bando sono complessivamente 306, 100 per ogni ASST e 6 per ATS. 

Difficile dire se vi fossero più aspettative o timori di flop per la ricerca di professionisti da impiegare nelle diverse strutture pubbliche e nosocomi di comasco e varesotto, ma certo i numeri parlano chiaro: Dei 150 iscritti, sono 93 gli infermieri che si sono presentati per sostenere la prova scritta e la prova pratica che si sono svolte il 31 luglio scorso all’auditorium dell’ospedale Sant’Anna di Como. Gli ammessi alla prova orale, che si svolgerà poi nel mese di settembre, saranno comunicati lunedì 5 agosto. Sempre da Como fanno sapere che “dal 1 gennaio al 28 luglio ASST Lariana ha già assunto 171 infermieri; concluso il concorso unificato, in autunno, a ridosso delle lauree la Lariana bandirà un ulteriore concorso”. Anche in provincia di Varese, per gli ospedali della ASST Sette Laghi, sarà indetto un nuovo concorso “locale” per una cinquantina di infermieri dopo quello unificato.

Bandi futuri a parte, i diversi nosocomi di Como, Varese e Busto Arsizio hanno quindi avuto un esito che – oltre confine – tutti volevano tenere lontano. A partire dal presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche (OPI) della provincia di Varese Aurelio Filippini, che tutto sommato immaginava numeri del genere. Il responsabile dell’OPI rispetto all’appeal, all’attrattività della Svizzera in ambito sanitario, non riduce tutto alla mera questione economica ma argomenta anche sulla bontà di una visione politica, amministrativa a lungo termine con progetti che coinvolgono i professionisti. La “migrazione”, spiega Filippini, va ad ondate ed è per questo che nuovamente si appella alla politica regionale per mettere in campo subito soluzioni che lui stesso da tempo “suggerisce” pubblicamente agli enti politici decisori: detassare, agevolare quelli che vogliono rimanere a Varese, Como o Verbania è un primo importante passo per colmare una mancanza di infermieri che nel solo varesotto e comasco conta ormai diverse centinaia di unità, e questo solo nel comparto pubblico.

Contenuto esterno

Un percorso complesso e la ricerca oltre oceano

Regione Lombardia, tramite l’assessorato al Welfare, è confrontata con una serie di problemi proprio sul fronte sanità: ultimi in ordine di tempo la riduzione delle lunghe liste d’attesa per visite specialistiche raccontate in queste settimane anche dalla stampa italiana, con in filigrana l’annoso problema non solo degli infermieri ma anche dei medici che lasciano le province lombarde di confine per andare nelle strutture di Ticino e Grigioni.

Lo scorso 22 aprile lo stesso responsabile regionale, Guido Bertolaso, in una conferenza stampa a Milano ha raccontato come la necessità di reclutare personale medico ed infermieristico lo abbia portato anche a dialogare con i ministri della salute di Argentina e Paraguay. Ci sono “3.000 infermieri e 500 medici sudamericani pronti a lavorare in Lombardia”, questo l’annuncio fatto alla stampa presente a Milano. Un lungo viaggio, una missione che tuttavia rischia di non bastare se questo esodo dalle province di confine dovesse proseguire. “Sappiamo bene che il livello retributivo è basso e non correlato al costo della vita – ha spiegato l’assessore illustrando il viaggio in sud America – in particolare nelle grandi città. Ma stiamo lavorando su incentivi economici e di altra natura. Allo studio agevolazioni nei trasporti e per la casa, agevolazioni rivolte a tutto il personale sanitario, non solo per i nuovi infermieri da arruolare”. Un impegno atteso soprattutto negli ospedali di frontiera.

Contenuto esterno

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR