Non sempre l’acqua buona dà buon ghiaccio
Il Laboratorio cantonale ticinese ha prelevato 40 campioni in bar, ristoranti, macellerie: 1 caso su 3 presenta contaminazioni da scarsa igiene
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Ghiaccio in bar e ristoranti: 1 su 3 contaminato
In Ticino, una volta su 3, la qualità del ghiaccio aggiunto alle bibite nei ristoranti e nei bar è insufficiente. Lo dice un’indagine del Laboratorio cantonale, che imputa le contaminazioni batteriche a una scarsa igiene.
L’indagine è stata condotta in tutta la Svizzera su invito dell’Associazione dei chimici cantonali, un’inchiesta su qualcosa cui non si presta sempre attenzione: il ghiaccio! Eppure in Ticino le condizioni di fabbricazione e conservazione risultano spesso scarse.
Lo ha comunicato lunedì, con una nota, il Laboratorio cantonale, che ha prelevato 40 campioni dalle macchine del ghiaccio presenti nel Canton. In 36 casi, di esercizi pubblici (bar, osterie e ristoranti), mentre gli altri vengono da sagre, macellerie e supermercati.
Il responso non può lasciare indifferenti: il 33% delle analisi evidenzia presenze importanti di batteri di origine intestinale come enterococchi o escherichia coli. Come dire che una volta su tre il ghiacchio aggiunto alle bibite o alle derrate alimentari, soprattutto nei locali pubblici, è di cattiva qualità.
La ragione non risiede nell’acqua potabile, sempre controllata e generalmente ottima in Ticino, ma per un’attenzione insufficiente alla gestione della macchina del ghiaccio
Trascurare la manutenzione e la pulizia, ad esempio, favorisce l’insorgere di sporcizia e di batteri. Altre possibili cause sono l’igiene personale di chi utilizza la macchina, nonché la poca igiene della paletta o del cucchiaio utilizzati per prendere i cubetti.
Come ci spiegano i vertici del Laboratorio cantonale, è impossibile dimostrare conseguenze dirette sulla salute del consumatore, ma ciò non significa che non si debba fare il massimo per ridurre le fonti di contaminazione.
In tutti i casi di non conformità agli standard è stata fissata una procedura amministrativa, che implica fra l’altro di provare che si sono adottati dei correttivi e il pagamento di tutte le spese di intervento e analisi.
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