«Non ci sto a passare per il sindaco cattivo d’Italia! Il sindaco cerca pazientemente, tutti i giorni, con fatica e in questo caso con dolore, di mettere insieme le istanze di tutti, non di una parte di tutti». Prova a difendersi così Mario Landriscina, sindaco di Como, dopo l’entrata in vigore di un’ordinanza che per il periodo di Natale inibisce il bivacco e l’accattonaggio in alcune aree del centro cittadino.
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Il caso è scoppiato qualche giorno fa quando una pattuglia della Polizia Locale ha intercettato un gruppo di volontari intenti a consegnare pasti caldi ad alcuni senzatetto. Secondo il gruppo di volontari gli agenti avrebbero impedito che questa attività, in essere ormai da diversi anni, venisse svolta regolarmente proprio a causa dell’ordinanza appena approvata. La controparte si difende dicendo che la pattuglia ha solo svolto un controllo di routine senza che venissero chieste le generalità alle persone presenti, né tanto meno venissero applicate sanzioni.
Due versioni discordanti, forse frutto di una incomprensione, ma quel che è certo è che il provvedimento preso dal sindaco per la “tutela della vivibilità urbana e del decoro del centro urbano” non è piaciuta a molti, a partire da chi come Pasquale vive in strada da più di dieci anni e si sente abbandonato dalle istituzioni, o Roberto Bernasconi, direttore della Caritas comasca, che sottolinea come questo provvedimento sia frutto di una promessa elettorale che però all’atto pratico produce ben poco.
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