Posso passare la frontiera? Le differenze tra Italia e Svizzera
Attraversare i valichi doganali italo-svizzeri, che in questo periodo di pandemia sono stati sigillati, è un'impresa. Berna consente l'accesso ai frontalieri e ai familiari stretti, Roma lo limita anche agli italiani (e stranieri) residenti se non c'è un'"urgenza assoluta".
Con i primi allentamenti dei lockdown, seguiti all’arretramento del numero dei contagi del nuovo coronavirus, i cittadini hanno iniziato a potersi muovere.
In Italia da lunedì 4 maggio hanno ripreso le attività produttive e sono consentiti, a determinate condizioni, gli spostamenti anche al di fuori del proprio comune di residenza ma per il momento, salvo alcuni casi tassativi, sempre all’interno della stessa regione.
In Svizzera – dove la prima tappa della fase 2 è partita il 27 aprile (il 4 maggio in Ticino) – sono sempre stati consentiti gli spostamenti interni: restano vietati invece, almeno fino all’8 giugno, gli assembramenti di oltre cinque persone. Questi primi allentamenti però non trovano per il momento un corrispettivo alle frontiere nazionali, che restano sigillate per buona parte della popolazione, soprattutto nella Penisola.
Avete altre domande?
Purtroppo siamo nell’impossibilità di rispondere a tutte le domande che riceviamo sulle possibilità o meno di varcare la frontiera.
Per tutto ciò che attiene all’entrata in Svizzera, vi rinviamo cortesemente a questo vademecum Collegamento esternopubblicato dalla Segreteria di Stato della migrazione.
Potete anche inviare le vostre domande a questo indirizzo mail: corona@sem.admin.ch. Per emergenze è anche a disposizione una hotline al numero +41 58 465 77 60
Dogane secondarie chiuse e controlli sistematici
Il 16 marzo il governo federale ha ripristinato controlli sistematici alle frontiere con Austria, Germania e Francia, che tre giorni prima avevano riguardato esclusivamente l’Italia (che in quel momento era al centro della pandemia in Europa). Dal 25 dello stesso mese queste limitazioni sono state estese a tutti i paesi (ad eccezione del Principato del Liechtenstein).
Nella Confederazione possono quindi entrare solo i cittadini elvetici e gli stranieri con permesso di soggiorno (dimora o domicilio) o di lavoro (in particolare i frontalieri), salvo alcune tassative eccezioni, come indica nel dettaglio l’articolo 3 dell’Ordinanza 2 Covid-19Collegamento esterno del 13 marzo.
Dall’11 maggioCollegamento esterno, con l’apertura integrale delle attività commerciali, è previsto un primo allentamento alle dogane elvetiche, per lavoratori e fornitori di servizi. Ma la novità più importante riguarda i ricongiungimenti familiari (coniuge, figli e genitori stranieri di cittadini residenti).
L’uscita dal paese invece, anche se le autorità federali l’hanno fortemente sconsigliata soprattutto all’apice della pandemia, non è mai stata proibita (così come, a differenza dell’Italia, gli spostamenti interni), e i residenti possono rientrare quando vogliono e senza particolari formalità nella Confederazione.
Turismo degli acquisti e controlli alle dogane
L’unica prescrizione riguarda il cosiddetto turismo degli acquisti, pratica che è stata espressamente vietata dall’Ordinanza Covid-19. Un fenomeno quest’ultimo, precisa la portavoce dell’Amministrazione federale delle dogane Donatella Del Vecchio, che non riguarda però tanto i confini meridionali con l’Italia quanto la Svizzera francese, in particolare l’agglomerato di Ginevra. “Si è arrivati a una media di 150 multe al giorno, ma da metà aprile la tendenza va verso una diminuzione”, precisa a portavoce federale.
Va aggiunto che nell’ambito della strategia contro il coronavirus Berna ha ripristinato i controlli sistematici alle frontiere, con la loro graduale chiusura (parziale), nel corso del mese di marzo. E ha concentrato le operazioni doganali in un numero ristretto di valichi, chiudendo tutti quegli altri che di norma sono incustoditi. Decisione questa che ha provocato forti disagi ai frontalieri italiani e le proteste di politici e amministratori locali.
Dal 4 di maggio, con l’ulteriore ripresa delle attività economiche in Ticino, sono state riaperte alcune dogane con l’Italia (attualmente sono 11 quelle transitabiliCollegamento esterno) e la tendenza dovrebbe accentuarsi nelle prossime settimane. Altre 15 infatti, di cui 4 in Ticino (Brusata, Ponte Faloppia, Brusata e Camedo), tornano in servizio lunedì 11 maggio.
Frontiera italiana sigillata
Roma invece non consente in linea di massima l’ingresso nel paese: anche i cittadini italiani e gli stranieri residenti possono rientrare solo in caso di “urgenza assolutaCollegamento esterno“. In questo caso vige però l’obbligo di denuncia all’Asl competente e l’autoisolamento fiduciario a casa per un periodo di 14 giorni, come prescrive l’articolo 1 del Dpcm del 26 aprileCollegamento esterno.
Una sola eccezione riguarda l’ingresso per documentati motivi di lavoro e per un periodo di tempo ristretto, non superiore a 72 ore (prorogabili di altre 48 ore, quindi per un periodo massimo di 5 giorni). In caso contrario scatta la quarantena obbligatoria. Da questi vincoli sono espressamente esclusi i lavoratori transfrontalieri, personale sanitario ed equipaggi per il trasporto di passeggeri e merci.
Alcune restrizioni, come indicato precedentemente, sono state attenuate dal 4 di maggio e ulteriori allentamenti potrebbero intervenire alla scadenza del Decreto Conte, il prossimo 17 maggio. In particolare, per i familiari residenti all’estero che al momento non possono entrare in Italia neanche per una visita, sono in corso in questi giorni discussioni in ambito parlamentare che potrebbero sfociare presto in un emendamento al Dpmc.
Ma vediamo di fare un po’ di chiarezza con queste diverse regole ai due lati della frontiera con alcune situazioni concrete tra le più comuni.
Gli stranieri possono entrare in Svizzera?
In linea generale solo quelli che possono vantare un diritto di soggiorno, vale a dire i cittadini stranieri in possesso di un permesso di domicilio (C) o di dimora (B o L) valido. Si può continuare ad andare nella Confederazione anche per motivi di lavoro ma occorre esibire, limitatamente ai cittadini dell’Ue, un contratto di lavoro firmato prima del 25 marzo (o un contratto di locazione dal 1° aprile). Non basta come motivazione la semplice ricerca di un impiego o un appuntamento fissato precedentemente per un colloquio di lavoro. L’ingresso è inoltre rifiutato per motivi turistici o per fare benzina.
Per i frontalieri italiani è cambiato qualcosa?
Per i lavoratori pendolari residenti nelle province italiane le frontiere sono sempre rimaste aperte, anche durante l’apice della crisi pandemica, ma con alcune prescrizioni specifiche. Il semplice possesso di un permesso G, ancorché valido, rilasciato dalle autorità elvetiche di per sé non è sufficiente per varcare la frontiera elvetica. Deve sussistere insomma un motivo professionale concreto che nella pratica si traduce in una dichiarazione recente del datore di lavoro o uno specifico certificato rilasciato dalle organizzazioni padronali elvetiche. Dall’11 maggio le autorità cantonali riprenderanno ad esaminare le pratiche di rinnovo dei permessi per frontalieri non più validi.
Chi può entrare in Italia?
Al momento solo i cittadini italiani o gli stranieri residenti nella Penisola che si trovano all’estero a condizione che il rientro sia una “urgenza assoluta” (che deve essere documentata): vale a dire si trovavano temporaneamente in un paese straniero (per turismo, affari o altro) o, limitatamente agli italiani, lasciano definitivamente lo Stato estero per vari motivi (licenziamento, perdita dell’abitazione, interruzione degli studi).
Gli italiani residenti in Svizzera, iscritti quindi all’AIRE o proprietari di un immobile in Italia, possono varcare la dogana per visitare i loro congiunti o recarsi nella loro abitazione secondaria?
No, anche se vivono in una località vicino alla frontiera, gli italiani residenti all’estero (permesso B o C nella Confederazione) – a differenza dei lavoratori frontalieri – non possono entrare in Italia se non per un’urgenza assoluta. Gli è quindi preclusa in questo caso, a differenza di quanto avviene in Svizzera, la visita a coniuge e figli o l’ingresso temporaneo fino a 72 ore previsto unicamente “per comprovate esigenze lavorative”.
È consentito l’ingresso in Svizzera dei parenti stranieri di un residente?
In questo caso sono previste delle novità e vanno comunque distinte differenti situazioni. La semplice visita di un familiare per il momento non è permessa, a meno che non si tratti di un membro del nucleo stretto (coniuge, partner registrato, figli minorenni). Niente da fare quindi per genitori e i partner se la coppia non è sposata o non ha figli in comune. Ma da lunedì 11 maggio sono ammessi i ricongiungimenti familiari, vale a dire non la semplice visita temporanea ma anche la residenza permanente per coniuge e figli stranieri (solo minorenni se extraeuropei) e gli eventuali ascendenti (se cittadini UE).
In quali altri casi è consentito l’ingresso di un parente straniero?
Si può entrare in Svizzera anche per accudire parenti stretti malati, anziani o minorenni (indipendentemente dal grado di parentela). Lo stesso vale per l’esercizio del diritto di visita ai o dei figli ai sensi del Codice civile. Anche il decesso (o l’agonia) di un familiare stretto (coniuge, figli, fratelli, genitori, nipoti o cognati) residente in Svizzera è considerato una causa di assoluta necessità. Sono autorizzati all’ingresso anche il coniuge e il figlio minorenne straniero di un cittadino svizzero residente all’estero che rientra in patria in seguito all’attuale crisi pandemica.
Chi rientra in Svizzera o in Italia dall’estero deve sottoporsi alla quarantena?
Berna non ha mai imposto l’isolamento fiduciario: le persone provenienti da paesi esteri con passaporto svizzero o permesso di soggiorno valido devono solamente rispettare le note raccomandazioni emanate dall’Ufficio federale della sanità pubblica. Discorso diverso in Italia dove l’accesso al territorio della Repubblica implica, come detto precedentemente, la comunicazione alle autorità sanitarie e una quarantena di 14 giorni. A queste prescrizioni non sono soggetti i frontalieri che rientrano al loro domicilio a fine turno.
Andare in Italia per fare la spesa è ancora possibile?
Anche ammesso che per un qualche motivo contingente le autorità italiane consentano l’ingresso di uno straniero o di un italiano non residente, i funzionari elvetici hanno l’ordine perentorio di sanzionare chi ha fatto acquisti all’estero con una multa disciplinare di 100 franchi, come prevede l’articolo 10f dell’Ordinanza 2 Covid-19Collegamento esterno. E questo anche nell’eventualità che il viaggio all’estero sia giustificato da altri motivi.
È possibile sottoporsi a una terapia medica nella Confederazione?
No, se non è stata già iniziata o non è considerata urgente. L’attraversamento della frontiera svizzera è infatti consentito solo in caso di “assoluta necessità” e l’apprezzamento di questo criterio compete all’autorità doganale. Si può però continuare un trattamento sanitario ritenuto indispensabile, anche se è stato iniziato all’estero.
Si può transitare attraverso Italia o Svizzera per raggiungere un altro paese?
Sì, entrambi gli Stati consentono di viaggiare attraverso le loro frontiere per raggiungere una destinazione all’estero, nel rispetto di precisi protocolli e per gli scopi indicati dalla legge (art. 5 del Dpcm 26 aprile per l’Italia e art. 3 lettera e) dell’Ordinanza Covid 2 per la Svizzera).
Va aggiunto, per completezza, che negli scorsi giorni la Commissione europea ha invitato i paesi aderenti alla Convenzione di Schengen a mantenere le attuali restrizioni alla libera circolazione almeno fino al 15 giugno.
Avete altre domande?
Purtroppo siamo nell’impossibilità di rispondere a tutte le domande che riceviamo sulle possibilità o meno di varcare la frontiera.
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