Frontalieri, il ministro Martina: vanno trovati punti d’equilibrio
Incontro sabato a Lugano dei candidati democratici in vista delle politiche e delle regionali del 4 marzo, con la partecipazione del ministro Maurizio Martina.
“C’è stato un personaggio, con la croce uncinata tatuata sulla tempia che è andato in giro a sparare con una pistola alla gente per strada e noi abbiamo passato 7 giorni a difenderci dagli attacchi di questi signori”. È quanto ha detto Maurizio Martina, ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali intervenuto sabato a Lugano all’Hotel de la Paix alla presentazione dei candidati del Partito democratico che il 4 marzo correranno per la circoscrizione Europa alle politiche e alle regionali della Lombardia.
Capovolgimento della realtà
Il rappresentante del Governo Gentiloni, commentando le reazioni ai gravi fatti di Macerata, ha parlato di “folle gesto” e di “capovolgimento della realtà”. “Non dobbiamo chiedere scusa a nessuno”, ha continuato Maurizio Martina, perché “quelli che la fanno semplice su tutto ci hanno portato a un centimetro dal baratro”, evocando le dimissioni di Berlusconi nell’autunno del 2011 in piena crisi dello spread.
Temi più locali sono stati toccati dal segretario lombardo Alessandro Alfieri che ha rivendicato a nome della maggioranza di governo il completamento di opere infrastrutturali come la Stabio-Arcisate. Ma è anche sconfinato sulla tematica frontalieri, polemizzando sul recente incontro a Lugano tra il candidato del centrodestra alle regionali lombarde Attilio Fontana (Lega) ed esponenti della Lega dei ticinesi: “Vigileremo sulle eventuali discriminazioni che dovessero essere messe in atto verso i nostri lavoratori – ha precisato Alessandro Alfieri –, come abbiamo sempre fatto a differenza della Lega e del suo candidato alla Regione, che la mattina difendono i frontalieri e la sera vanno a cena con la Lega dei ticinesi. Ovvero un movimento politico che lucra consenso elettorale sulla pelle dei lavoratori italiani”.
Martina: occorre trovare un equilibrio
Sempre riguardo a questa categoria di potenziali elettori, contesi dai due (tre) schieramenti in vista del 4 marzo, il ministro Maurizio Martina ci ha confermato l’intenzione di giungere a un’intesa politica sull’accordo fiscale (“ci interessa portare a compimento questo confronto in maniera positiva”), ma nel contempo ha anche ammesso che “dobbiamo ancora trovare alcuni punti di equilibrio rispetto ad alcuni temi, (…) si vedrà come evolverà nel corso delle prossime settimane il quadro della situazione”.
La partita insomma, nonostante la firma delle delegazioni tecniche dei due paesi nel dicembre del 2015, resta aperta. Soprattutto dopo le recenti critiche del leader della Lega Matteo Salvini che si era detto pronto a bloccare intese che possano ledere diritti acquisiti dei transfrontalieri. E le frenate degli stessi parlamentari settentrionali del Pd intenzionati a non penalizzare questi stessi lavoratori. Ma, come detto, a questo punto se ne riparlerà dopo il 4 marzo.
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