Bellinzona scrive a Berna: non chiederà più il certicifato dei carichi pendenti a frontalieri e dimoranti
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Un segnale di distensione nei confronti dell’Italia. Si può interpretare così la mossa del Governo ticinese per agevolare la ripresa delle trattative fiscali tra Svizzera e la vicina penisola.
Questa mattina, infatti, il Consiglio di Stato ha scritto a Berna, annunciando che non domanderà più ai cittadini italiani che chiedono il rilascio o il rinnovo dei permessi B, di dimora e G, o da frontaliere, il “certificato carichi pendenti”, un documento che attesta i procedimenti penali in corso oltreconfine. Uno strumento di controllo assai utile visti i tempi della Giustizia italiana, ma la cui richiesta aveva indispettito i negoziatori italiani nell’ambito della trattativa che avrebbe dovuto concludersi entro la fine dell’estate.
Viene dunque meno la misura adottata ad aprile dal Dipartimento delle Istituzioni dopo la richiesta del casellario giudiziale (riguardante invece le sentenze definitive) che al momento rimane in vigore. A sostegno di entrambe le misure proposte da Norman Gobbi era stata consegnata una petizione sottoscritta da 12’192 persone.
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