Frana in Val Bregaglia, 100 sfollati
In Val Bregaglia, circa 100 persone sono state sfollate mercoledì a causa di una frana di 4 milioni di metri cubi di materiale scesa dal Pizzo Cengalo. Per precauzione, sono stati allontanati gli abitanti di Bondo, Sottoponte, Spino e i turisti di un campeggio vicino. La strada cantonale tra Stampa e Castasegna è chiusa in entrambe le direzioni.
Il collegamento con la Valchiavenna è garantito dai passi del Bernina e dello Spluga. Il ponte vecchio del fiume Bondasca, a Bondo, ha ceduto.
Non si hanno notizie di feriti ma è stato ritenuto opportuno predisporre l’evacuazione per motivi di sicurezza, ha spiegato il portavoce della polizia cantonale René Schuhmacher. Non risultano neppure dispersi ma le autorità non possono escluderlo, data la vastità della zona.
L’elicottero della Guardia aerea svizzera di soccorso (Rega) ha portato in salvo alcuni escursionisti, rimasti intrappolati a causa della frana. Anche le persone presenti nei rifugi di montagna sono state elitrasportate.
Si contano intanto i danni: 12 edifici sono stati fortemente coinvolti o distrutti.
Oltre le previsioni
Martin Keiser, dell’Ufficio pericoli naturali, osserva che “la frana è andata oltre rispetto a quelle passate”, con 4 milioni di metri cubi di materiale scesi nella Val Bondasca, quattro volte di più che nel 2011.
“Il geologo ci aveva consigliato di attivare le misure di sicurezza, cosa che abbiamo fatto”, ha detto ai microfoni della RSICollegamento esterno la sindaca di Bregaglia, Anna Giacometti. “Ma nessuno si aspettava che la nuova frana sarebbe caduta così presto e con questa importanza”.
Il distacco alle 9.30
Dal versante nord della montagna di 3396 metri, al confine con l’Italia e vicina al più noto Pizzo Badile, si sono staccate delle rocce che hanno dato origine a una colata detritica nella sottostante Val Bondasca, comunica la Polizia cantonale in una nota. La frana è arrivata vicino al villaggio di Bondo, dove tutti gli stabili sono stati evacuati da vigili del fuoco, dipendenti comunali e polizia cantonale.
Gli sfollati resteranno fuori casa almeno fino a giovedì mattina alle dieci, quando ci farà una nuova valutazione della situazione.
Il sistema d’allarme
L’area, nella quale dal 24 giugno è stata registrata una trentina di piccoli crolli, è tenuta sotto è tenuta sotto controllo da un sistema di allarme detriti, che attiva i semafori e blocca le strade quando le rocce si staccano, prima che i detriti arrivino a valle.
Un bacino artificiale, costruito in passato per raccogliere il materiale in caduta dalla montagna, si sta riempiendo e ha già sorpassato un livello critico. Il materiale, tuttavia, non è ancora fuoriuscito.
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