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Poco più di un miliardo per BSI

La zurighese EFG, per acquisire la più antica banca ticinese, ha sborsato 217 milioni meno del previsto; è l'effetto scandalo 1MDB

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È cosa fatta l’acquisizione di BSI da parte di EFG International. Lo ha comunicato l’istituto zurighese, che per acquisire la Banca della Svizzera italiana ha sborsato poco più di un miliardo di franchi, una cifra di oltre 200 milioni inferiore rispetto a quanto annunciato a inizio anno.

Il marchio BSI sparirà nel corso del 2017. Per quanto riguarda il personale, non sono per ora stati comunicati nuovi tagli.

L’importante diminuzione di prezzo è dovuta al coinvolgimento della BSI nello scandalo del fondo malese 1MDB. In maggio l’istituto ticinese era stato duramente sanzionato sia dalle autorità di Singapore sia dalla FINMA, l’autorità svizzera di vigilanza sui mercati finanziari, che gli aveva ritirato la licenza bancaria.

Da allora c’è stata un’emorragia dei fondi in gestione, scesi di ben 7 miliardi. ll caso sembra aver intaccato la fiducia dei clienti BSI.

Contro le decisioni della FINMA è pendente un ricorso, ma intanto la banca ticinese è in perdita. Così, per l’acquisizione dalla brasiliana BTG, la zurighese EFG sborsa oggi 217 milioni in meno.

Il prezzo è di poco superiore al miliardo di franchi, e non è detto che possa essere ulteriormente corretto al ribasso dopo le necessarie verifiche sui dati di bilancio e sui costi giuridici.

D’altronde, anche la banca zurighese non naviga in acque tranquille. Utile netto dimezzato nei primi sei mesi di quest’anno e processo di riduzione del personale in corso.

Il nuovo gruppo, che sarà in ogni caso uno dei principali istituti privati in Svizzera, si chiamerà solo EFG. Nel 2017 sparirà dunque il marchio della Banca della Svizzera italiana, BSI, la più antica fondata in Ticino.

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