A difesa delle sponde del fiume Tresa
Presentato un progetto, coordinato da autorità svizzere e italiane, che mira alla prevenzione dei dissesti sugli argini del fiume Tresa. La frana di Cadegliano-Viconago del 2001 sul versante italiano ha creato una situazione che è ancora instabile, e il progetto finanziato dai fondi Interreg contribuirà a migliorare la sicurezza.
Un progetto di prevenzione e gestione delle emergenze ambientali concernente gli argini del fiume Tresa è stato presentato venerdì a Lavena Ponte Tresa, in provincia di Varese, dal Dipartimento del territorio in collaborazione con l’Agenzia interregionale per il fiume Po (AIPo).
L’obiettivo, spiegano i promotori, è “la riduzione del rischio, il monitoraggio dei fenomeni e la definizione di un protocollo operativo transfrontaliero, in caso di crisi. Infatti, le conseguenze in caso di eventi non si limitano al fiume, ma interessano anche le infrastrutture presenti, in particolare quelle viarie”.
“Da parte nostra – ha spiegato Laurent Filippini, Capo dell’Ufficio dei corsi d’acqua del Canton Ticino – verrà progettata l’opera di protezione del fiume per permettere in futuro di contrastare l’erosione del fondo dell’alveo, manifestatasi dopo il 2002 nella misura di 2 metri e mezzo. Una misura che serve a dare stabilità al fiume e indirettamente a tutte le opere sulle rive”.
La frana di Cadegliano-Viconago del 2001 sul versante italiano ha creato una situazione che è ancora instabile, e il progetto finanziato dai fondi Interreg contribuirà a migliorare la sicurezza, sia della strada in Italia sia della sponda svizzera. Il dissesto idrogeologico aveva spazzato via un pezzo della provinciale 61, che fu riaperta solo 5 anni dopo, con conseguenti disagi viari causati dal traffico che si era spostato su territorio elvetico. Da allora molti lavori sono stati fatti per consolidare le sponde e per limitare il rischio di altre frane.
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