Il coronavirus causa le prime ricadute sull’economia ticinese
Due aziende ticinesi che impiegano un numero importante di frontalieri hanno deciso di lasciare a casa temporaneamente i dipendenti. Intanto in Italia si è registrato un quinto decesso.
Dopo il fine settimana assai movimentato per le notizie provenienti dall’Italia, in Ticino la settimana lavorativa è ripresa lunedì in maniera più o meno normale. Non dappertutto, però. Due ditte che impiegano un numero importante di lavoratori frontalieri – una a Locarno, l’altra nel Luganese – hanno infatti deciso di tenere chiuso o di mandare a casa, almeno per oggi, i loro dipendenti.
La Franklin University di Lugano (una scuola privata internazionale americana) ha da parte sua sospeso precauzionalmente le lezioni.
Per ora le autorità federali e cantonali non hanno adottato misure eccezionali. Tuttavia, la taskforce diretta dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha deciso lunedì di intensificare i test nelle persone che presentano sintomi similinfluenzali, di potenziare la hotline e di avviare una campagna di informazione per chi viene in Svizzera, nonché per i frontalieri.
“I provvedimenti – si legge nella notaCollegamento esterno dell’UFSP – dovranno servire ad impedire o ritardare il più possibile un’ondata della malattia in Svizzera”.
Ecco quanto succede in Ticino:
Intanto in Italia sono stati registrati due decessi, ciò che fa salire a cinque il numero delle vittime. Un uomo di 84 anni ricoverato in ospedale a Bergamo e che già soffriva di altre patologie è morto. La quinta vittima è un 88enne di Casale Lanne, sempre in Lombardia, stando a quanto annunciato dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli.
Gli specialisti sono sempre all’opera per cercare di risalire all’origine della catena dei contagi e identificare così i possibili soggetti infetti. Vediamo dunque la situazione in Italia nel servizio del Tg:
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