Condannata in Ticino deputata passatrice
La deputata ticinese Lisa Bosia Mirra è stata riconosciuta colpevole di ripetuta incitazione all’entrata, alla partenza e al soggiorno illegale di stranieri. Nel 2016, aveva aiutato diversi migranti a varcare illegalmente il confine italo-svizzero.
La sentenza di primo grado è stata emessa giovedì a Bellinzona. Il giudice della Pretura penale Siro Quadri ha confermato il decreto d’accusa stilato dalla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo, condannando la deputata socialista al parlamento cantonale (Gran Consiglio) a una pena pecuniaria di 80 aliquote giornaliere di 110 franchi, sospesa per due anni con la condizionale.
I fatti
Lisa Bosia Mirra era stata fermata il 1° settembre dello scorso anno al valico di San Pietro di Stabio. Complice di un 53enne del canton Berna, stava aiutando un gruppo di 4 migranti senza documenti a entrare in Svizzera.
L’inchiesta ha poi rivelato nove episodi analoghi, nei quali la parlamentare -che ammette i fatti, adducendo motivi umanitari- ha fatto entrare illegalmente in territorio elvetico 24 migranti in transito verso la Germania.
La Corte non ha accolto nessuna delle tesi della difesa e ha sottolineato come il modus operandi fosse “elaborato”, con controlli per verificare la presenza delle guardie di confine e l’impiego di due veicoli i cui conducenti si mantenevano in contatto telefonico.
Il giudice ha elogiato lo spirito e l’impegno sociale dell’imputata, “ma le lodi per quanto fatto” per migliorare le condizioni dei migranti “si fermano a Como”. Ha poi ricordato che anche nell’Unione europea “gli Stati sovrani possono imporre dei limiti agli stranieri”.
Decreto d’accusa Pena proposta dal procuratore pubblico per reati minori. Se non c’è opposizione, acquista valore di sentenza. In caso contrario, si va a processo.
Aliquota giornaliera La pena pecuniaria ha un corrispettivo in giorni di detenzione, ciascuno dei quali vale da 30 a 3000 franchi. Il giudice fissa tale importo in base alla situazione personale ed economica dell’autore al momento della pronuncia della sentenza.
Appello “probabile”
Bosia Mirra, rivolgendosi alla stampa, ha affermato che per ora non intende dimettersi dal Gran Consiglio, dimissioni che esclude fino a quando godrà della fiducia del Partito socialista.
Con il suo difensore, l’avvocato Pascal Delprete, valuterà se ricorrere contro la sentenza dopo averne letto le motivazioni. Ritiene comunque probabile un appello fino alle massime istanze giudiziarie.
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